«Nel governo non c’è un minimo scricchiolio, si discute come in ogni famiglia, come in ogni azienda. Ma l’accordo l’abbiamo sempre trovato in questi nove mesi: si va avanti». Le elezioni passano ma il copione è sempre lo stesso: Matteo Salvini vince le elezioni locali con gli ex alleati di centrodestra, rassicura i 5Stelle sempre più fragili e svuotati e guarda con sospetto misto a soddisfazione agli appelli dei forzisti sedotti e abbandonati.

Insomma, la vittoria in Basilicata non sposta di una virgola la strategia del leader leghista convinto, almeno fino alle prossime europee, di tenere accesi i due forni: quello locale con la legna del Cavaliere e Giorgia Meloni, e quello nazionale dell'amico Di Maio. «Le elezioni regionali sono una cosa diversa - ha infatti dichiarato a caldo il vicepremier padano- come Lega per me è motivo di orgoglio ormai essere la prima forza politica non solo in Veneto e Lombardia ma anche in tante altre Regioni del centro e del sud». E infine: «Non ho inccassi da fare, il governo durerà quattro anni».

Musica per le orecchie di Di Maio che al momento può dormire sonni tranquilli contando sulla tenuta del socio di governo il quale è già proiettato verso le europee di Maggio: «Non c’è nella testa mia e di questo governo di uscire dall’Europa ma di rimanerci a testa alta», ha detto nella conferenza stampa di via Bellerio. «Oggi - ha aggiunto - ho fissato per la prima settimana di aprile la prima conferenza pubblica con alcuni degli alleati con i quali sederemo a Bruxelles nel luglio prossimo». E mentre Salvini inccassa la vittoria, gli ex alleati di Fi tornano alla carica: «Siamo alla settima elezione consecutiva in cui gli italiani premiano il centrodestra unito. Di questo l’Italia ha bisogno non di un governo diviso su tutto che crea solo nuovi poveri, cantieri chiusi e serrande abbassate. Noi di Forza Italia ci siamo, la Lega batta un colpo», ha detto Anna Maria Bernini.

E Mariastella Gelmini invoca l’unità nel centrodestra per il prossimo appuntamento in Piemonte: «Ora dobbiamo lavorare tutti insieme per chiudere sulla candidatura di Cirio in Piemonte ( e per la vittoria anche in quella regione), per il risultato di Forza Italia e soprattutto del presidente Berlusconi alle prossime elezioni europee. Ora è il tempo dell’unità e del lavoro di squadra. Nessuno ha la ricetta in tasca, ma abbiamo il dovere di essere uniti e combattivi, lo dobbiamo a Berlusconi, ai nostri dirigenti locali, agli elettori e soprattutto alla nostra Italia»,