Uno scandalo giudiziario si abbatte sul Movimento 5 Stelle romano. Marcello De Vito, presidente dell'assemblea capitolina, è stato arrestato e portato in carcere all'alba con l'accusa di corruzione. I carabinieri hanno perquisito il suo appartamento e alcuni uffici in Campidoglio. Secondo il gip, il grillino «ha messo a disposizione la sua pubblica funzione di presidente del Consiglio comunale di Roma Capitale per assecondare, violando i principi di imparzialità e correttezza cui deve uniformarsi l'azione amministrativa, interessi di natura privatistica facenti capo al gruppo Parnasi», già coinvolto nel'indagine sulla costruzione dello stadio della Roma. Secondo i pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, De Vito avrebbe incassato direttamente o indirettamente delle elargizioni dal costruttore Luca Parnasi, al centro del filone principale dellinchiesta che a giugno scorso aveva sconvolto la Capitale. In cambio, il presidente dellassemblea capitolina avrebbe promesso di favorire il progetto collegato allo stadio della Roma. Lindagine Congiunzione astrale ha portato in carcere, oltre De Vito, anche l'avvocato Camillo Mezzacapo, a cui sarebbero stati affidati incarichi professionali su segnalazione del presidente del Consiglio comunale, mentre ai domiciliari ci sono l'architetto Fortunato Pititto, legato al gruppo imprenditoriale della famiglia Statuto, e Gianluca Bardelli. Per Claudio e Pierluigi Toti è stato disposto un provvedimento interdittivo dell'esercizio dell'attività imprenditoriale, mentre Statuto risulta indagato. Il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha intanto fatto calare la scure su De Vito, subito buttato «fuori dal Movimento Cinquestelle», mentre Virginia Raggi ha assicurato che non ci sarà «nessuna indulgenza, non c'è spazio per ambiguità». Stando alle carte, De Vito e Mezzacapo si sarebbero fatti promettere oltre 110mila euro dagli imprenditori Toti e ne avevano incassati già 48mila in cambio dell'interessamento per un progetto di riqualificazione degli ex mercati generali di Ostiense. «In concorso tra loro Mezzacapo e De Vito, sfruttando le relazioni di quest'ultimo con soggetti chiamati ad intervenire nell'iter amministrativo relativo all'approvazione del Progetto di riqualificazione degli Ex Mercati Generali di Roma Ostiense di interesse della Lamaro Appalti, società del gruppo Toti - si legge nellordinanza - si facevano indebitamente promettere e quindi dare da Pierluigi e Claudio Toti della mediazione illecita finalizzata a ottenere un'interlocuzione diretta con il pubblico ufficiale nell'ambito del progetto immobiliare suindicato la somma di denaro di 110.620 euro corrisposta sotto forma di corrispettivo di incarico professionale conferito dalla società Silvano Toti Holding Spa allo studio legale di Mezzacapo e da quest'ultimo trasferito per l'importo complessivo di 48.800 euro su un conto intestato alla società MDL Srl di fatto riconducibile a Mezzacapo e De Vito».