Il governo italiano firmerà il memorandum con la Cina. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte dopo l’ennesimo vertice di governo con i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. «È un accordo quadro non vincolante, non è un accordo internazionale», ha specificato Conte. Tensioni rientrate, quindi, sul documento sulla nuova via della Seta che l'Italia firmerà la prossima settimana con la Pechino.

Ma sulla firma con la Cina pesa ancora lo scetticismo americano. Agli Stati Uniti non basterebbe che venisse rimosso dal testo il riferimento a energia, telecomunicazioni e interoperabilità, senza le quali in effetti resterebbe ben poco del contenuto originario. In questa fase, spiegano fonti americane, gli Stati Uniti guardano «con fastidio a qualunque tipo di accordo che rappresenti un’apertura commerciale alla Cina, permettendole di uscire dall’angolo negoziale» con Washington. Non a caso, da Washington è arrivato un avvertimento anche ai tedeschi sul 5G. Per gli americani, spiegano ancora le fonti, «la firma del memorandum in quanto tale rappresenta un successo d’immagine per la Cina, consentendo di alleggerire la pressione su Pechino».

Ma un insperato sostegno al governo italiano arriva dall’ex premier ed ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi: «E ora che l’Italia si svegli - ha spiegato il professore. «Abbiamo le regole europee sul commercio e queste penso che siano del tutto rispettate dall’accordo. Nell’ambito di queste regole abbiamo degli interessi nazionali che i tedeschi hanno perseguito con forza facendo il loro terminale ferroviario a Duisburg, i porti del nord hanno fatto gli accordi con la Cina, la Grecia ha addirittura venduto parte del Pireo alla Cina, mi sembra che l’Italia debba svegliarsi e prendere la parte dei traffici verso est, e non parlo solo di Cina», ha detto Prodi. «Siamo solo noi che non ne approfittiamo? - ha continuato -. Genova e Trieste sono a un passo dalle grandi aree dell’Europa. Dal porto di Shangai ci si mettono quattro giorni in più che dal porto di Shangai a Trieste. Dico che è talmente ovvio, anzi non capisco perchè si sia ritardato tanto tempo a fare quello che ha fatto Rotterdam, Marsiglia, la Grecia». In merito alle preoccupazioni emerse su una eventuale gestione del 5G da parte della Cina, Prodi ha detto di vedere «che non c’è nulla che riguardi il 5G ed essendoci queste rassicurazioni non vedo perchè debbano esserci queste preoccupazioni. Probabilmente non c’è stata sufficiente chiarezza, sufficiente dialogo, un dialogo preventivo. Tutto quello che dico, lo dico con la riserva di chi non ha potuto leggere il rapporto. Ma siccome c’è una assicurazione del presidente della Repubblica ( Sergio Mattarella) e del presidente del Consiglio (Giuseppe Conte), sono portato a credere che non c’è nulla che contrasti i nostri rapporti con gli Stati Uniti che devono essere solidi, leali e che sono quasi secolari», ha proseguito.