«Ho detto che sono stradisponibile a candidarmi ovunque sia utile». L’ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, non si pone limiti.

È pronto a “dare una mano” in ogni collegio, non solo nel Nord Ovest, come chiedono i “Riformisti per Calenda”, un gruppo di parlamentari e amministratori locali vicini a Matteo Renzi e Lorenzo Guerini, con una petizione lanciata addirittura sulla piattaforma change. org.

«Adesso quello che è importante è capire se ci sono, e io penso che ci siano, le condizioni per farlo, questo lavoro con Zingaretti, cioè il fatto di avere una lista comune Siamo europei- Pd, comune nel simbolo, comune nelle candidature», mette le mani avanti Calenda.

«Dopodiché dove mi candido è il minimo del problema: io sono disponibile a farlo dove sono più utile alla lista», spiega l’ex ministro.

L’importante è riuscire a mettere insieme «un pacchetto di mischia che possa contrastare non il Movimento 5 Stelle, che si sta liquefacendo, ma la Lega: perché il pericolo vero alle europee, e anche alle elezioni nazionali, è la Lega, che rischia di portarci ai margini dell’Europa», spiega ancora Calenda.

Bisogna però ancora capire come costruire questo fronte anti leghista da un punto di vista pratico. Il predecessore di Di Maio allo Sviluppo economico è convinto che Zingaretti sia disposto a mettere sul piatto il simbolo per far spazio alla sua lista. «Il simbolo comune sarà metà del Pd e metà di Siamo Europei», dice Calenda senza troppa convinzione. O almeno «così ci siamo detti», aggiunge infatti poco dopo. Anche se io sono sempre per il “vedere cammello”...».