“Parlare di cultura in Italia è il massimo della trasgressione, anzi è un atto di puro godimento trasgressivo”. Così ha esordito il presidente della Regione Campania, Vincenzo de Luca, alla conferenza stampa di presentazione della dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, tenutasi a Napoli al Teatrino di Corte di Palazzo Reale. “L’Italia è fatta di mille memorie ed identità che rappresentano la sua anima più forte. La democrazia è cultura e diversità – ha continuato il Presidente De Luca - senza di esse è impossibile governare le comunità. Molteplicità di linguaggi, apertura alle esperienze giovanili e respiro internazionale sono i tre cardini fondamentali del Festival. Questa è l’occasione per rendere conto delle scelte di politica culturale messe in atto dalla regione Campania, anche in termini di importanti risorse e investimenti”. Infatti le cifre sono eloquenti: cinque milioni di euro a valere sui fondi diretti di Europa creativa; oltre 150 eventi per 37 giorni di programmazione, dall’8 giugno al 14 luglio; spettacoli ed eventi distribuiti in 40 luoghi tra Napoli e altre città della Campania (Salerno, Benevento, Caserta, Carditello, Baia, Amalfi, Pietrelcina e Mercogliano); 12 sezioni; 29 eventi internazionali (19 prime in Italia tra prosa e danza); 44 prime di spettacoli italiani. Una corposa programmazione dunque, per questa dodicesima edizione del Festival - la terza diretta da Ruggero Cappuccio - realizzata con il sostegno della Regione Campania, attraverso la Fondazione Campania dei Festival guidata da Alessandro Barbano. L'esordio avverrà l’8 giugno al Teatro Politeama con una prima dello spettacolo Zinc del regista lituano Eimuntas Nekrošius, recentemente scomparso, da sempre legato a Napoli e al Festival. Infatti con l’edizione 2019 si renderà omaggio al regista e drammaturgo con una mostra a lui dedicata Il Meno Fortas di Eimuntas Nekrošiusa cura di Marius Nekrošius e Nadežda Gultiajeva. “Una grande scommessa artistica ma anche una scommessa civile – ha sottolineato Alessandro Barbano, presidente della Fondazione Campania dei Festival – per rifondare lo spirito delle comunità. Il Festival ha stabilito in questi ultimi anni un forte legame con il territorio, e realizzato partnership con primarie Istituzioni culturali ed Università della Campania, oltre aver creato un indotto interessante, collaborazioni con manifestazioni di valore, quali Napoli Città del libro e Comicon, e con la rassegna Pompeii Theatrum Mundi, organizzata dal Teatro Stabile di Napoli diretto da Luca De Fusco. Inoltre si potranno scoprire – ha concluso Barbano – siti inediti del patrimonio artistico regionale. Anche questo anno si conferma l’apertura ai giovani attraverso una politica dei prezzi ridotti molto favorevole, che vanno dagli 8 ai 5 euro e agevolazioni per le fasce sociali più deboli”. La molteplicità dei linguaggi e dei generi spazia tra teatro, danza, letteratura, cinema, video/performance, musica, mostre e laboratori, progetti speciali. A queste si aggiunge la nuova sezione dedicata al Teatro Ragazzi, che quest’anno propone Puglia Showcase Kids, una vetrina di spettacoli promossi e ideati dal Teatro Pubblico Pugliese. “Multidisciplinarità del Festival e scritture contemporanee – conferma il direttore artistico Ruggero Cappuccio -  non solo attenzione alla drammaturgia ma a tutte le scritture di scena e alle arti in generale in una visione trasversale e interdisciplinare”. Per poi proseguire: “Il teatro è l’ultimo avamposto della metafora. In un momento in cui il linguaggio arranca, il teatro tende a recuperare la lingua. La metafora può difenderci dall’abbassamento del livello culturale”. Fondamentale la rete creata con altri Festival internazionali (tra cui Festival di Ravenna e Festival di Spoleto), gli Istituti di cultura e le fondazioni culturali  per un nuovo progetto di cooperazione che coinvolge artisti rifugiati in Italia e in Europa. In collaborazione con la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee verrà presentato al Madre il Progetto Pina Bausch, che celebra la grande coreografa e ballerina tedesca. Il Palazzo Reale si conferma il cuore pulsante dell’intera manifestazione.  Numerosi saranno i teatri coinvolti per le rappresentazioni in città ma anche molti spazi di grande valore storico-artistico: Palazzo Fondi, Ansa del Teatro San Carlo, la Chiesa Donnaregina Vecchia, la Chiesa di Santa Maria della Colonna, Palazzo Venezia, Palazzo de’ Liguoro, Palazzo della Commedia Futura, Made in Cloister, Auditorium 900, la Farmacia degli Incurabili. Ai quali si aggiungeranno i Campetti di calcio della Sanità, piazzetta Trinchese, il Carcere di Poggioreale. Altri siti prestigiosi coinvolti saranno l’Anfitetro di Pompei, il Duomo di Salerno, l’Abbazia di Mercogliano, il Duomo di Amalfi, la Reggia di Caserta, il Teatro Naturale di Pietrelcina, Palazzo Fruscione di Salerno, Teatro Civico 14 e la Reggia di Carditello. Tra i tanti debutti internazionali si segnala il regista Robert Lepage , in prima nazionale con Kanata – Épisode I – La controverse con gli attori del Théâtre du Soleil di Ariane Mnouchkine che, per la prima volta, affida la sua compagnia a un regista esterno. Torna anche al NTFI regista Martin Zimmermann, con lo spettacolo Eins Zwei Drei. Dal Libano, il teatro indipendente di Issam Bou Khaled, con lo spettacolo Carnivorus. In prima assoluta, arriva in Italia, Sous un ciel bas di Wael Ali, scrittore e regista siriano. Dedicato alla scena artistica post-migratoria, è Chroniques d’une ville qu’on croit connaître di Wael Kadour, drammaturgo e regista siriano, oggi rifugiato in Francia. Dopo la rivelazione al Festival di Avignone 2015, arriva a Napoli Finir en beauté di Mohamed El Khatib, artista francese di origini marocchine ideatore del collettivo Zarlib, luogo di ricerca di performer, danzatori, cineasti, musicisti di formazione e orizzonti diversi. E tanti altri di grande spessore scenico e drammaturgico, dalla Spagna, dalla Svizzera, dall’Argentina, dalla Lituania. Nella sezione italiana, invece, si avvicenderanno numerosi registi, tra cui: Arturo Cirillo con il capolavoro di Jane Austen Orgoglio e pregiudizio; Roberto Latini con In exitu, dal romanzo Giovanni Testori. In programma il debutto di Enzo Moscato con il suo nuovo lavoro Ronda degli Ammoniti; Marco Baliani con lo spettacolo Una notte sbagliata, per la regia di Maria Maglietta; Wanda Marasco porta in scena Giulietta e le altre. Ted Keijser realizza Leonardo e la colomba, un circo senza tempo. Debutto nazionale anche per Erodiade di Carlo Cerciello, nella riscrittura di Giovanni Testori; Angelo Savelli porta a Napoli Tre rotture, testo del francese Rémi De Vos; il  Teatro dell’Elfo riallestirà Angels in America (Si avvicina il millennio e Perestroika) di Tony Kushner, per la regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani. Mentre lo scrittore Maurizio De Giovanni, presenta un’inedita commedia, Il Silenzio grande, diretta da Alessandro Gassmann. Non mancherà il grande capolavoro di Brecht Madre Coraggio e i suoi figli, che presenta i celebri songs del drammaturgo tedesco e la musica di Paul Dessau, con la drammaturgia musicale e la regia Paolo Coletta. Si prosegue con Non farmi perdere tempo, nuovo lavoro di Massimo Andrei; e ancora con 629-Uomini in gabbia, progetto di Mario Gelardi. Ci sarà inoltre una nuova programmazione della sezione Sportopera, a cura di Claudio Di Palma e si conferma la sezione Letteratura 2019, a cura di Silvio Perrella, dedicata quest’anno alla poesia. L’immagine per l’identità del Festival 2019 è curata, come gli altri anni, dall’artista Mimmo Paladino. Insomma il matrimonio si può fare tra patrimonio artistico, arti sceniche, drammaturgia, letteratura e cultura, ed arricchisce le comunità, come auspicato anche da Anna Imponente, direttore del Polo Museale della Campania.