Il percorso parlamentare del disegno di legge si prospetta lungo e accidentato eppure, se mai venisse approvato, farebbe la gioia di quanti devono affrontare un procedimento giudiziario, soprattutto, sostenerne i costi.

La proposta, ancora non assegnata in commissione, è stata presentata dal senatore d’opposizione di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, e punta a eliminare l’imposta di registro per gli atti giudiziari, nonché a introdurre la prescrizione del diritto all’esazione e la decadenza dal rimborso.

L’imposta di registro sugli atti giudiziari è «un’autentica duplicazione del tributo, in quanto ogni accesso ad una qualsivoglia autorità giudiziaria nazionale comporta già il versamento di un apposito contributo, nonché dei diritti di copia per la parte attrice», ha scritto nella sua relazione Ciriani, il quale spiega che «capita che ogni provvedimento giudiziario venga assoggettato ad imposta di registro a momento dell’emissione e, successivamente, quando si pone lo stesso provvedimento in esecuzione; il che suona già di per sé giuridicamente aberrante, trattandosi comunque di un unico atto».

Non solo, il senatore stigmatizza anche il fatto che, «molto spesso, la parte vittoriosa in giudizio si vede costretta a versare all’erario tale imposta, in quanto la parte soccombente risulta inerte o nullatenente». Risultato: «Un semplice recupero crediti diventa estremamente oneroso per chi chiede il riconoscimento dei propri diritti e già paga allo Stato il contributo unificato e le marche da bollo».

Di qui l’iniziativa legislativa, per correggere il meccanismo e per il lettore comune potrebbe trattarsi di questione prettamente tecnica, che si inoltra nelle intersecazioni tra giustizia e tributi, eppure il risultato finale sarebbe quello di ridurre di fatto i costi dell’accesso alla giustizia per il cittadino, che rimarrebbe sottoposto solo al contributo unificato e non più anche all’imposta di registro.

Il disegno di legge, dunque, recita agli articoli 1 e 2 i seguenti principi generali: «Tutti gli atti giudiziari, di qualsiasi genere, natura, specie, valore e contenuto, compresi quelli esecutivi, emanati da organi di autorità giudiziaria, anche speciali, sono esenti dall’imposta di registro» e «Il diritto all’esazione e al rimborso dell’imposta di registro dovuta su tutti gli atti non aventi natura giudiziale è uniformato in cinque anni per l’amministrazione tributaria e per il contribuente, secondo gli ordinari criteri temporali vigenti in materia fiscale”.

Rimane da vedere ora se il disegno di legge verrà assegnato - e in che tempi - alla commissione incaricata del suo esame e se la maggioranza riterrà di fare proprio, se non il testo, almeno il principio.