Si offusca l’immagine di quello che era apparso come la nuova icona del giovane progressista mondiale, il premier canadese Justin Trudeau. Scandali corruzione fanno traballare il governo che procede a stento fra rimpasti e dimissioni eccellenti.

Poco meno di due mesi fa Trudeau era stato costretto a un primo rimpasto di governo già all’epoca molto contestato.

Dopo sei settimane, il 1° marzo, aveva proceduto a un secondo rimpasto, in seguito ad accuse tutt’altro che benevole.

La ministra per i Veterani Jody Wilson- Raybould ( già ministra della Giustizia) si era dimessa dopo aver denunciato in tribunale pressioni del governo per favorire la maggior impresa di costruzioni del Paese. Trudeau aveva fatto, il 14 gennaio, il primo contestato rimpasto destituendo dal ministero della Giustizia Wilson- Raybould e spostandola a quello dei Veterani.

Dopo la destituzione della ministra della Giustizia, un media locale aveva rivelato che l'ex ministra avrebbe negato un trattamento di favore alla SNC- Lavalin, maggior impresa di costruzioni in Canada che ha sede a Montreal e che occupa circa 50 mila persone in tutto il mondo, come probabilmente voleva Trudeau.

Wilson- Raybould ha detto in Parlamento che quando era ministro della giustizia l'anno scorso, il governo liberale ha fatto pressioni perché lei aiutasse l'impresa di costruzioni SNC- Lavalin a evitare un processo per corruzione per una vicenda di tangenti ad alti funzionari del defunto leader libico Gheddafi e al figlio.

Ora la crisi si acuisce perché anche la responsabile del dicastero delle Finanze Jane Philpott ha rassegnato le dimissioni, con un argomento pesante per il giovane premier canadese: «Non posso più difendere questo governo», ha scritto Philpott, «mi devo attenere ai miei valori fondamentali, ai miei doveri etici e ai miei impegni costituzionali».

Nella lettera, pubblicata su Twitter, la ministra nomina esplicitamente il caso Snc- Lavalin, a causa del quale Trudeau è da mesi sotto pressione. Le tangenti e le pressioni per ora restano presunte.

Le accuse più esplicite riguarderebbero persone considerate molto vicine al primo ministro canadese e alcuni suoi assistenti, mentre solo alcuni media ventilano un coinvolgimento diretto e personale di Trudeau e di almeno un suo ministro.

Resta in ogni caso il fatto che le ministre dimissionarie se non accusano Trudeau di corruzione, accusano comunque «rappresentanti del governo» di aver cercato di bloccare le indagini nei confronti del colosso immobiliare, facendo capire che i vertici del governo quanto meno non hanno fatto nulla contro queste pressioni.

Ora a parte le vicende penali per Trudeau e il suo governo ci sono i problemi politici: se non si arriverà persino a dimissioni anticipate, le elezioni politiche sono fissate per l’autunno e si annuncia una sonora sconfitta.