Si fa presto a dire: è tornato il bipolarismo. Anche se fosse vero, così è troppo semplice. Intanto perché non se ne è mai andato, sia in Italia che nel resto del mondo: piombato sulle macerie della vecchia politica, il meteorite populista ha sollevato un polverone niente male: non appena, però, il pulviscolo si posa è ovvio che il panorama torni ad esse quello conosciuto. E poi perché il nodo vero è: ma quale destra e che tipo di sinistra nel terzo millennio? Il bello è che mentre da noi si discetta su quota 100 e rimborsi pentastellati farlocchi, nel resto del globo quei temi sono presi dannatamente sul serio. Per esempio non un foglio bolscevico ma la Bibbia dei mercati mondiali, il

Financial Times, spiega che l’uscita dal populismo non sarà la destra- destra, sovranista e con la bava alla bocca, bensì - pensa tu - una ritrovata sinistra. Scrive infatti il commentatore più prestigioso, Wolfgang Münchau, che costruire muri o fare la faccia feroce contro l’immigrazione non salverà la liberaldemocrazia dalla crisi in cui è precipitata: «L’immigrazione verrà presto scalzata da altre questioni, come l’impatto dell’intelligenza artificiale sui livelli di vita della classe media; crescenti quote di povertà e gli spostamenti economici generati dal cambiamento climatico». Ma quelli, picchia Münchau, sono i temi della nuova sinistra radicale, non dell’estrema destra. Finora la scelta della destra è stata quella di basse tasse sugli altri redditi: ora comincia l’onda contraria. Il che provocherà tensioni e danni collaterali: «Ma nella prospettiva della sinistra radicale, i danni collaterali sono una promessa, non una minaccia». Valutazioni che fanno imbestialire l’altro pilastro del pensiero liberale anglosassone,

l’Economist. Che valuta del tutto inattendibile e pericolosa la via socialista 2 o 3.0: «Di questa sinistra rinata - scrive il settimanale fondato nel 1843 - colpisce il pessimismo eccessivo sul mondo moderno e l’ingenuità delle politiche riguardo a bilanci, burocrazia e imprese». Pasticcioni e velleitari erano i “sinistri” agli occhi dei conservatori del Novecento: non sono cambiati. Perciò si incarica di demolirne i pilastri, a cominciare dalle accresciute diseguaglianze: in America, per esempio, «la disparità di redditi è diminuita tra il 2005 e il 2015». Conclusione: «Come il vecchio socialismo, il nuovo soffre di una fede nell’incorruttibilità dell’azione collettiva e di una sospettosità ingiustificata verso l’energia individuale». Beh, avranno anche creato il mostro Brexit però oltre Manica la politica è ancora una cosa seria. Beati loro.