"La vicenda che ha colpito Matteo Renzi ha bisogno di solidarietà e vicinanza personale. L'accusa non è una condanna, questo elemento di civiltà non la dobbiamo mai abbandonare". Con un po' di ritardo, ma alla fine a Renzi è arrivata anche la solidarietà di Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria dem. "Io non credo alla teoria del complotto - ha aggiunto Zingaretti riferito alla coincidenza temporale tra gli arresti dei coniugi Renzi e il salvataggio di Salvini in Giunta per le autorizzazioni - ma dico che ora c'e' un processo, bisogna denunciare le strumentalizzazioni e permettere alla giustizia di fare il suo corso. Ma questo non deve significare dare un giudizio morale o etico che sbatta il mostro in prima pagina". Ma dopo l'onore delle armi a Renzi, Zingaretti ha impugnato la clava per vibrare colpi contro i due avversari, Martina e Giachetti: "Non so se sono alleati contro di me, penso di no. Sono stati due protagonisti di primissima linea di una stagione che ci ha portato alla sconfitta del 4 marzo". "Il Pd deve voltare pagina, non voglio abiure, ma dobbiamo cambiare passo, mettere in campo un nuovo gruppo dirigente", ha aggiunto. E poi: "L'elettore per fortuna è estraneo alle lotte intestine che emergono anche dall'audio di Matteo Richetti. Il tre marzo aiutatemi a cambiare questo partito. Dobbiamo costruire una vita democratica interna in cui contano le persone e non i capibastone", ha aggiunto Zingaretti. "Voglio un partito nel quale si ricostruisca una cultura in cui la diversità  fra le persone sia una opportunità", ha sottolineato.