«I provvedimenti della magistratura si possono criticare nel merito. Ci mancherebbe altro. Quello che non va fatto è dare a questi provvedimenti una lettura di tipo politico», afferma il vice presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giancarlo Dominijanni, sostituto procuratore della Repubblica di Pisa ed esponente di Magistratura indipendente, la corrente moderata delle toghe.

«È inammissibile parlare di “giustizia a orologeria”. L’azione della magistratura non si arresta mai e non è mai rivolta a una contingenza politica o a favorire o danneggiare una parte politica» . Con queste parole, l’altro giorno, l’Anm aveva replicato a Matteo Renzi che, dopo l’arresto dei genitori, aveva parlato di una mossa mediatica costruita a tavolino per oscurare il caso del voto del Movimento 5 Stelle sulla Diciotti e l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini.

Dottore, nel vostro comunicato di risposta alle dichiarazioni di Renzi chiedete “di evitare dannosi tuffi in un passato che non vogliamo più rivivere e interrompere un refrain che rende una cattivo servizio ai cittadini”. Non le sembra, invece, di essere tornati agli anni ruggenti dello scontro fra politica e magistratura? Guardi, il comunicato è molto chiaro. Come Anm abbiamo voluto solamente stigmatizzare le affermazioni di Renzi e del suo entourage sul fatto che esisterebbero indagini con fini politici. Posso comprendere la reazione dell’ex premier, ma non è possibile far passare il messaggio che l’arresto dei suoi genitori sia stato ritardato scientemente con lo scopo di oscurare la votazione degli appartenenti al M5s su Salvini.

Il ritardo nell’esecuzione del provvedimento di cattura nei confronti dei genitori di Renzi, firmato il 13 febbraio dal gip ed eseguito il 19, suscita più di una perplessità. Sono diversi i fattori che entrano in campo quando si tratta di dare esecuzione ad una misura cautelare. Parlo per la mia esperienza di pm.

Pare che in quei giorni il pm titolare del fascicolo sui genitori di Renzi non fosse presente in ufficio. Può essere anche questo. Trattandosi di una questione molto delicata hanno preferito aspettare che tornasse. E’ anche comprensibile.

A parte questa vicenda, c’è però un dato oggettivo. Mai come in questo periodo ci sono stati tanti comunicati da parte della magistratura associata contro il Governo. La interrompo subito. Mi permetta una puntualizzazione. L’Anm non è un comunicatificio. La posizione di Magistratura indipendente al riguardo è chiara. Come Associazione nazionale magistrati si deve intervenire solo quando è in discussione l’autonomia e indipendenza della magistratura. Se altri gruppi della magistratura associata vogliono intervenire anche su altre questioni, è un fatto che riguarda loro e non l’Anm.

Una presa di distanza nei confronti delle toghe progressiste di Area, da sempre critiche contro l’attuale esecutivo? Io penso sia necessario il rispetto reciproco fra poteri dello Stato. Ognuno ha le proprie prerogative. Come magistrati non dobbiamo entrare nel merito delle scelte politiche.

Ma il magistrato può intervenire nel dibattito pubblico? Il magistrato può esprimere le proprie opinione senza essere sanzionato, certo. Però se il discorso diventa politico, logicamente, viene meno la sua terzietà. Soprattutto se il dibattito attiene temi molto delicati.

Un richiamo alla neutralità? Io credo che il magistrato non debba prendere posizione su singoli fatti specifici. E poi non dobbiamo essere i moralizzatori dei comportamenti altrui.