«Inutile dire che la vicenda dei miei genitori ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto lunedì nel mondo della politica. Un capolavoro mediatico, tanto di cappello». Il più duro, e anche il più allusivo, è proprio lui, Matteo Renzi. E anche quel «ho fiducia nella magistratura», ripetuto all'infinito, appare sempre più come una formula di rito che non una reale convinzione. Anzi, l'ex premier dem ormai è convinto del contrario e cioè che la magistratura abbia colpito con precisione chirurgica. E del resto che l'arresto dei suoi genitori abbia un deciso retrogusto politico, lo dice Renzi stesso quando nella sua e- news di ieri ammette: «Se non avessi fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo. Lo sanno anche i sassi. E mi piacerebbe dire: prendetevela con me. Non con la mia famiglia». Più chiaro di così.

E la gravità della notizia appare anche dalle reazioni, decisamente composte e spesso al limite della solidarietà umana e politica, che arrivano dagli avversari. A cominciare da Matteo Salvini: «Quando si portano via una mamma e un papà la politica deve fare un passo indietro e per me non è una bella giornata», dice infatti il vicepremier. Che poi aggiunge: «Non entro nel merito delle carte processuali, non le ho lette, ho già le mie da leggere».

Ancora più esplicito Silvio Berlusconi: «Sono cose che in un paese civile non accadrebbero», dice il leader di Forza Italia. «Credo che umanamente sia molto addolorato e che pensi che se lui non avesse fatto politica questo non sarebbe accaduto». Ma il Cav poi non risparmia una stilettata: «Questa cosa dolorosa non sarebbe accaduta se anche la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della giustizia, con separazione dei giudici dai pm, che devono avere una carriera diversa».

Il Guardasigilli Bonafede sceglie invece la via istituzionale: «Non commento vicende giudiziarie, non l'ho mai fatto da quando sono ministro della Giustizia e non intendo farlo ora». Mentre per il Movimento parla il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia: «Chi pensa che il M5s faccia festa per gli arresti dei genitori di un ex presidente del Consiglio si sbaglia di grosso. È sempre triste dover commentare presunte illegalità». Decisamente british anche il commento di un altro sottosegretario M5s, Stefano Buffagni: «I figli non devono mai pagare le colpe dei padri: Matteo Renzi ha fatto danni per la nostra amata Italia e i cittadini si sono giù espressi su di lui. Sui genitori la giustizia farà il suo corso».

Ma tra le decine di reazioni c’è da segnalare senz’altro quella della deputata di Fi, Jole Santelli e quella del dem Michele Anzaldi. Entrambi i parlamentari avanzano decisi dubbi sulla tempistica della misura cautelare che ha colpito i genitori di Renzi: «Per carità si tratta solo dell’ennesima coincidenza, uno degli straordinari scherzi del destino che la giustizia ci regala. Perché è ovvio che la magistratura segua un proprio calendario, è noto che i magistrati vivano in un proprio mondo, totalmente avulso e distante dalle vicende politiche, è lampante la circostanza che le agende della politica e della Giustizia non siano mai sovrapponibili». E poi: «Quindi è solo la casualità che sovrappone due notizie: il voto dei 5 stelle sull’autorizzazione a procedere di Salvini e l’arresto dei genitori di Renzi. E deve solo ringraziare il destino a lui favorevole Luigi Di Maio se uno dei giorni più neri per il Movimento, è stato giornalisticamente offuscato dalla notizia che una richiesta di custodia cautelare nei confronti dei genitori di Matteo Renzi, fatta ad ottobre, venga decisa proprio il 18 febbraio. Fatali coincidenze...», conclude. Anzaldi, infine, chiede chiarimenti su una possibile fuga di notizie: «Esponenti del Movimento 5 stelle sapevano in anteprima degli arresti ai domiciliari che avrebbero colpito i genitori di Renzi? Perché sarebbero stati informati? Chi li avrebbe informati?».