“Me lo devo togliere dai coglioni”. Sono queste le parole che Giuseppe Trovato, ritenuto al vertice della mafia viterbese, ha pronunciato in una conversazione intercettata dai carabinieri nei confronti dell’avvocato del foro di Viterbo Roberto Alabiso, anche presidente dei penalisti viterbesi. Il dettaglio emerge in questi giorni da un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Roma su richiesta della Dda di Roma, nei confronti di Trovato e di altre 12 persone indagate, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stato proprio “Zio Peppino” il mandante dell’attentato incendiario, eseguito da Sokol Dervishi e Gazmir Gurguri, ai danni dell’Audi Q5 del legale viterbese. L’auto, parcheggiata nella villa dell’avvocato, a ridosso del cancello d’ingresso, è stata distrutta dalle fiamme la notte del 27 luglio 2017. Sempre intercettato, Trovato esclamava: “Fetuso, lo abbiamo pizzicato alla tagliola. Lo abbiamo fottuto. Mo’ lo dobbiamo aspettare per vedere dove va a casa. Infame, bastardo”. Per gli investigatori, “l’attentato ai danni di Alabiso non è altro che la vendetta pianificata da Trovato per l’affronto, a suo dire, subito dal legale, colpevole di aver fatto solo il suo dovere”. Ossia aver sostenuto la costituzione di parte civile di una donna in un processo in cui Trovato era imputato. Nelle carte dell’inchiesta antimafia, i carabinieri sottolineano che Alabiso è anche il difensore di Claudio Ubertini e del figlio Enrico Maria, entrambi vittime dell’organizzazione criminale. Solidarietà all’avvocato è arrivata dall’Unione delle Camere Penali: “L’attacco ad un avvocato per l’esercizio del proprio dovere è un attacco all’Avvocatura, fondamento e presidio della tutela dei diritti di ogni cittadino, e quindi alle libertà di tutti”. Per questo l’Ucpi “sarà sempre al fianco degli avvocati, che ogni giorno esercitano la propria funzione di garanti della tutela dei diritti, stigmatizzando il clima sempre più difficile nel quale si esercita la funzione difensiva, alimentato anche dai continui attacchi all’Avvocatura e alla giurisdizione da parte di un giustizialismo populista che mette a repentaglio i diritti e le libertà di tutti, e di una politica debole attenta ad inseguire un facile consenso”.