La Corte europea dei diritti dell’Uomo chiede al governo italiano di «adottare tutte le misure necessarie, il prima possibile, per fornire» ai migranti a bordo della Sea Watch 3 «adeguate cure mediche, cibo, acqua e generi di prima necessità», ma «non» accoglie «la richiesta dei ricorrenti di essere sbarcati». La risposta della Cedu al ricorso presentato dalla Sea Watch non si è fatta attendere. Ma nonostante le violazioni dei diritti umani lamentate dal team legale della Ong, a decidere sullo sbarco dovrà essere comunque il governo italiano, invitato a fornire assistenza legale a i 15 minori non accompagnati a bordo. Alla richiesta avanzata dalla Ong aveva fatto seguito un’informativa del governo, con la quale il premier Conte e i suoi ministri avevano rivendicato la propria linea, dicendo sì allo sbarco, ma solo per creare un corridoio umanitario verso Olanda e Germania, Paesi titolati ad accogliere i migranti. Le ragioni della Ong si richiamavano al diritto internazionale: un'operazione di soccorso in mare finisce solo con lo sbarco, che non può essere subordinato ad una negoziazione tra Stati per un’eventuale ridistribuzione dei migranti. L’impossibilità di scendere dalla nave, non autorizzata a lasciare il punto di fonda in cui si trova ancorata, costituisce per capitano e capo missione «una forma di illegittima e informale detenzione di fatto», in condizioni igieniche e di salute psico- fisica «che si stanno deteriorando velocemente».

Il governo ha girato però le accuse all’Olanda, titolare della giurisdizione, afferma Palazzo Chigi, «in quanto paese di bandiera della nave». Che ha portato avanti una condotta «temeraria», dal momento che, col mare in tempesta, «anziché trovare riparo sulla costa tunisina», porto sicuro più vicino, «si è avventurata» alla volta dell’Italia «mettendo a rischio l’incolumità dei migranti». Un’accusa già smorzata dal procuratore di Siracusa Fabio Scavone, secondo cui il capitano non ha commesso nessun reato. Di accogliere non ne vuole sapere nulla il segretario di Stato per l’Asilo e le Migrazioni dei Paesi Bassi Mark Harbers, che ha chiesto una «soluzione strutturale», senza la quale i Paesi Bassi «non parteciperanno a misure ad hoc nel contesto degli sbarchi». Ma Conte fa sapere che sono cinque i Paesi disponibili ad aiutare l’Italia, ovvero «Germania, Portogallo, Malta, Francia e Romania». «Il governo tedesco si è già dichiarato pronto con la Commissione europea a un contributo solidale insieme ad altri Stati membri», ha fatto sapere un portavoce del ministero dell’Interno. Il presidente francese Emmanuel Macron ha invece suggerito lo sbarco nel porto più vicino, cioè l'Italia, la distribuzione e «fare in modo che le ong rispettino le regole». Il ministro Matteo Salvini, dal canto suo, aveva confermato la disponibilità ad autorizzare lo sbarco solo se i migranti «prenderanno la via dell'Olanda o della Germania», perché «in Italia abbiamo già accolto, e speso, anche troppo».

Contro il governo il presidente del Pd, Matteo Orfini, e il parlamentare Fausto Raciti hanno depositato un esposto alla Procura per violazioni di legge simili a quelle del caso Diciotti. Affinità sulle quali il procuratore Scavone è, però, cauto.