Aula  della Corte d’Assise del Tribunale di Trento, inaugurazione dell’anno giudiziario. Davanti alle autorità politiche della Provincia, prendono la parola i presidenti dell’Ordine degli Avvocati di Trento, Andrea de Bertolini, e di Rovereto, Mauro Bondi. Entrambi commentano la situazione della giustizia nei rispettivi fori, ma tracciano anche un quadro dello stato di diritto in Italia. «Quotidianamente, con sempre più concreta evidenza, percepiamo un diffuso clima sociale che pretende, come necessari, irrigidimenti e compressioni delle libertà, dei diritti fondamentali dell’Uomo.

Un clima denso e pressante del quale alcune stesse Istituzioni si fanno capofila, disseppellendo politiche manifesto dal forte valore simbolico che enfatizzano, radicalizzandola, una reattiva, difensiva, violenta demagogia del nemico», ha detto de Bertolini. Parole che, però, non sono piaciute a tutti in platea. In particolare, il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti ( eletto in ottobre in quota Lega) si è alzato dal suo posto in prima fila e ha lasciato la sala. Uno sgarbo istituzionale che non è passato inosservato, tanto che un imbarazzato Arno Kompatcher, il presidente della Regione Trentino- Alto Adige, ha provato a giustificare il collega con ulteriori impegni istituzionali. Secondo il quotidiano “il Dolomiti”, invece, all’uscita dalla sala Fugatti avrebbe commentato polemicamente: «Mi aspettavo parlassero di reati, non di politica». Le opposizioni hanno stigmatizzato l’accaduto: «Liquidare così i timori dei rappresentanti delle toghe tradisce sciatteria istituzionale», ha commentato il dem Giorgio Tonini, «In una società pluralista e democratica nessuno ha il monopolio del potere e tanto meno della verità. E tutti devono sottomettersi al vaglio critico del dibattito pubblico».