È un impegno che l’avvocatura ha assunto da alcuni anni e che ha conosciuto la sua più forte espressione nella sessione del G7 sul “Diritto all’acqua”: la difesa giuridica dell’ambiente sostenibile, domani, sarà al centro di un doppio evento nella sede del Cnf, occasione in cui si potrebbe scrivere una pagina inedita nell’impegno pubblico della professione legale in Italia. Verrà innanzitutto presentata la versione italiana del Rapporto 2018 delle Nazioni unite sullo Sviluppo delle risorse idriche, realizzata proprio grazie al Cnf.

Nella stessa sede il massimo organo dell’avvocatura sottoscriverà un protocollo d’intesa con il commissariato generale costituito dall’Italia in vista dell’Expo 2020 di Dubai. Un accordo di grande rilievo, con cui il Consiglio nazionale forense si impegna a individuare le nuove forme del diritto all’acqua e allo sviluppo sostenibile che l’Italia proporrà alla esposizione internazionale negli Emirati arabi.

Non può stupire dunque il fatto che per il doppio incontro abbia deciso di essere presente il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Il suo intervento accrescerà il significato istituzionale dell’intesa con il commissario di Expo 2020, Paolo Glisenti. Così come certificherà il peso dell’iniziativa sul Rapporto Onu, che vede coinvolto il Cnf e il World water assessment programme, autore del Rapporto sulle risorse idriche. L’avvocatura si muove lungo una direttrice ormai chiara, manifestatasi in questi ultimi due anni con le diverse iniziative assunte nell’ambito del diritto a un ambiente sostenibile: è la prospettiva di un rapporto con gli ecosistemi che deve avere la precedenza rispetto all’utile, allo sfruttamento e al profitto. È una concezione profondamente umanistica da privilegiare rispetto a quella economicista. Di fatto, la proiezione su un piano globale dello stesso principio che il Cnf afferma quando fa appello alla politica affinché guardi a un modello di democrazia solidale nell’equilibrio tra i diversi interessi, innanzitutto economici.

Domani dunque si comincerà con la presentazione del Rapporto 2018 elaborato dal Wwap, programma delle Nazioni unite che da un paio di lustri ha la propria sede operativa in Italia, a Perugia. Con il ministro Costa, interverranno il presidente del Cnf Andrea Mascherin e il vertice della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio, al quale peraltro si deve il protagonismo italiano nell’attività Onu in materia di risorse idriche. Parteciperanno all’incontro inoltre la segretaria generale della Società geografica italiana Rossella Belluso, il vicedirettore di Wwap Milena Miletto, il presidente dell’Istituto italiano per gli Studi delle Politiche ambientali Maurizio Montalto ( che ha curato con il Cnf la traduzione italiana del Rapporto Wwap 2018). In rappresentanza del governo interverrà quindi anche il sottosegretario All’Ambiente Salvatore Micillo.

A fare da “ponte” tra i due importanti risvolti dell’incontro al Cnf sarà proprio il commissario italiano per l’Expo 2020 Paolo Glisenti. Toccherà a lui illustrare in maniera dettagliata le ragioni del protocollo con il Cnf, che nell’occasione sarà da lui siglato con Mascherin. Nella bozza del testo che sarà firmato domani, si ricorda innanzitutto come sia «centrale» il «ruolo degli avvocati» quali «interpreti per la promozione e lo sviluppo di azioni concrete volte a favorire la costruzione di un equilibrio» in «diversi ambiti nazionali e internazionali». Ruolo di mediazione che, nella tutela dei diritti legati alla sostenibilità ambientale, si è già manifestato: sempre nelle premesse dell’intesa con il commissariato italiano per Dubai 2020 si ricordano il G7, la Rete degli Avvocati del Mediterraneo di recente costituita e la partecipazione al comitato # Zerowar 2020, insieme con la Fondazione UniVErde. In virtù di tale ormai consolidato impegno, Cnf e Comitato per Dubai si accordano dunque per realizzare iniziative congiunte in vista di una «legislazione ispirata ad una visione ecocentrica, con il riconoscimento del diritto all’acqua e della natura quale soggetto giuridico». Si tratta di individuare «soluzioni normative» utili allo scopo da «promuovere in occasione di Expo». In particolare rispetto ai «sistemi giuridici dei 22 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e sul cosiddetto Mediterraneo allargato».

Gli avvocati italiani sono insomma chiamati a riscrivere il diritto all’acqua e alla sostenibilità ambientale, che a Dubai potrebbe compiere un concreto salto in avanti. Intanto domani si discuterà anche di una delle più concrete espressioni di tale nuovo equilibrio ambientale fondato sul diritto, con il conferimento dei “Green pride del mare 2018”, riconoscimento alle «best practice 2018 per la difesa degli ecosistemi marini». Passaggio conclusivo dell’inconbtro al Cnf, a cui interverrà il comandante delle Capitanerie di porto, Giovanni Pettorino, la presidente di Marevivo Rosalba Giugni e la segretaria dell’Autorità di bacino “Appennino meridionale” Vera Corbelli. Una declinazione “promozionale” di un’attività di sensibilizzazione che nei prossimi anni vedrà in primo piano anche l’avvocatura.