«Lo scellerato patto di governo tra Lega e 5 Stelle si sta traducendo in scelte economiche pericolosissime». La senatrice forzista Fiammetta Modena è decisa nel bocciare la manovra fiscale ma conosce bene la realtà territoriale e, nonostante le schermaglie nazionali, non chiude la porta al Carroccio.

Forza Italia si schiera apertamente contro il Def, quindi?

In materia economica questo governo sta facendo scelte da sinistra quasi extraparlamentare. Stava scritto nel programma di centrodestra: questo paese ha bisogno di uno shock fiscale attraverso la Flat tax così da rilanciare l’economia, invece oggi si parla solo di reddito di cittadinanza. Due misure lontane anni luce, per un Paese che oggi chiede lavoro e di ritornare al benessere pre- crisi.

Di qui l’avvertimento di Berlusconi, sulla possibile rottura con la Lega anche a livello locale?

Io non credo che l’alleanza si chiuda, anche perchè sui territori lavoriamo costantemente nella direzione dell’alleanza di centrodestra. Sul fronte parlamentare, invece, si nota come la Lega stia incontrando grosse difficoltà ad approvare provvedimenti tipicamente di centrodestra. È chiaro che noi di Forza Italia, in Aula, continueremo a sostenerla solo su misure identitarie per il centrodestra, come il decreto fiscale o il dl sicurezza.

Ma questa dicotomia tra l’alleanza nelle Regioni e l’opposizione in Parlamento non è pericolosa per Forza Italia?

Io onestamente non mi scandalizzo per nulla, anche perchè in Italia ci sono state molte esperienze simili. Noi manteniamo la barra dritta sul programma con cui il centrodestra si è presentato alle elezioni: badi bene, il centrodestra di cui faceva parte anche la Lega, visto che non va dimenticato che ci siamo presentati insieme.

Eppure la Lega è al governo e voi no.

La storia va ripresa dall’inizio. Questo governo ha potuto nascere perchè le forze del centrodestra hanno dato il via libera, dato che i parlamentari della Lega sono stati eletti in collegi in cui ci presentavamo uniti. Detto questo, io credo che questo esecutivo si regga sul feticcio del contratto di governo, in cui Lega e 5 Stelle si tirano l’un l’altro a seconda delle esigenze. Esiste una spartizione netta, finchè dura, e uno vota le proposte dell’altro turandosi il naso.

Lei dice «finchè dura». E perchè Salvini lo sta facendo durare, se i punti di rottura ci sono?

Io credo sia un calcolo elettorale in vista delle Europee. La Lega vive in perenne campagna elettorale, tenendo il paese in costante tensione su alcune tematiche, in particolare l’immigrazione. Eppure si tratta di una campagna miope, perchè il Paese non vuole risposte solo in materia di sicurezza, ma chiede crescita e lavoro. E la ricetta non può essere l’aumento del deficit, che rischia solo di isolare l’Italia sul piano internazionale e desertificare il nostro tessuto economico.

I toni con la Commissione europea si sono alzati moltissimo. Condivide il pugno duro tenuto dal governo?

Un dato è certo: se i commissari europei si tappassero la bocca farebbero solo bene. I loro interventi generano una reattività naturale nell’Italia, che dopo 10 anni non ha ancora visto alcun risultato delle politiche di austerity. Il problema, però, è che la politica urlata scelta dal Governo non risolve nulla e porta solo all’isolamento. Tutti sono d’accordo sul fatto che l’Europa vada cambiata, ma le modalità non possono essere quelle dello strillo, che richiamano solo alla perenne campagna elettorale di cui dicevo prima.

In tutto questo, però, Forza Italia risulta sempre meno presente nel dibattito.

Siamo consapevoli delle nostre difficoltà, ma ora si sta aprendo una fase congressuale fondamentale. Forza Italia non si riunisce a congresso dal 2012 ed è inevitabile che un partito senza tesseramento e mobilitazione sia compresso. Ora è il momento che ognuno di noi faccia il proprio lavoro, con spirito di squadra e a partire dalle tante persone che vengono da esperienze territoriali. Dobbiamo rimettere in moto la macchina del partito: le energie ci sono e vanno utilizzate.

Tornerà il dibattito sulla leadership?

Il dibattito mi appassiona poco, anche perchè ora serve ritrovare la squadra.

Intanto, la Lega rischia di fagocitarvi del tutto.

Sappiamo che bisogna lavorare e questa consapevolezza c’è anche all’interno del gruppo parlamentare. È necessario ricostruire il tessuto territoriale del partito, a partire anche da lavoro di noi eletti che dobbiamo essere più presenti nei nostri collegi. L’obiettivo è tenere la barra dritta sul programma di centrodestra che gli italiani hanno votato e i risultati torneranno.