Crescita non vuol dire desertificare le periferie. Lo conferma il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede con le scelte compiute nel nuovo testo del decreto legislativo sulla riforma fallimentare. Uno schema non ancora discusso in Consiglio dei ministri ma già pronto, in cui il guardasigilli corregge una delle ipotesi formulate nella scorsa legislatura durante l’esame della legge delega ( la 155 del 2017): la riduzione del numero di sedi giudiziarie presso cui lasciare attive le sezioni specializzate in materia di imprese. Si sarebbe trattato di un nuovo, duro colpo alla geografia giudiziaria, di portata non tanto diversa da quello inflitto da Paola Severino. Nel testo del decreto attuativo, dunque, Bonafede elimina il taglio dei Tribunali. All’articolo 27 della relazione che accompagna il provvedimento si ricorda che «per i procedimenti di regolazione della crisi o dell’insolvenza e le controversie che ne derivano relativi alle imprese in amministrazione straordinaria e ai gruppi di imprese di rilevante dimensione, è competente il Tribunale sede delle sezioni specializzate in materia di imprese di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 27 giugno 2003, n. 168». Scompare la concentrazione della competenza presso pochi grandi Tribunali, che avrebbe danneggiato innanzitutto gli operatori economici, oltre che avvocati e magistrati. Due giorni fa, il guardasigilli ha fatto cenno al decreto in occasione del Consiglio dei ministri della Giustizia dell’Ue, riunito a Lussemburgo: «È imminente nel nostro Paese una riforma del diritto fallimentare che già concretizza quello che l’Unione europea può fare a livello internazionale», ha detto. Ha quindi aggiunto che quando «in Europa ci si rende conto di come l’Italia voglia investire nei settori strategici per la crescita», è anche per le novità che lui stesso descrive ai partner in materia di «anticorruzione, riforma del processo civile e», appunto, «di diritto fallimentare». Si possono rivedere le norme sull’insolvenza in vista di un maggiore dinamismo del sistema produttivo senza sopprimere Tribunali: questo di fatto afferma il ministro della Giustizia. Ed è un segnale che conferma l’impegno assunto dallo stesso guardasigilli al Congresso nazionale forense celebrato una settimana fa a Catania: «Ho eliminato il taglio delle sezioni dei Tribunali specializzate nel fallimentare», aveva detto, e aveva così accolto una specifica sollecitazione da tempo rivolta dal Cnf alla politica. D’altronde nello stesso contratto di governo e nell’intervento di Bonafede a Catania, c’è stato anche il richiamo a possibili ed eccezionali riaperture di alcune sedi giudiziarie nelle aree a maggior insediamento criminale. Un ripensamento parziale ma comunque positivo.