Il sindaco di Riace è stato arrestato con un’accusa singolare: aver aiutato i profughi. Tutte le altre accuse, che erano state messe in piedi da Pm molto attenti all’attività amministrativa di Mimmo Lucano ( tra cui quella di concussione), sono cadute. I Pm che le avevano formulate si sono beccati - caso raro anche una bella paternale dal Gip.

Il Gip (giudice delle indagini preliminari) ha fatto loro notare l’approssimazione e l’inconsistenza del lavoro che avevano svolto. Però il Gip non se l’è sentita di far scivolare via quell’ultima accusa che suona così paradossale: aver aiutato i poveracci. A fini di lucro? No. A fini di potere? No. Nessuno neppure avanza ipotesi di questo genere. L’accusa è di avere aiutato i profughi violando una legge che vieta di aiutare i profughi o i migranti “clandestini”. È una legge che trasforma in reato la condizione umana di una persona. La clandestinità. E su questa legge è stata costruita facilmente l’ulteriore figura di reato: favoreggiamento della clandestinità. Che, in teoria, può essere contestata a chiunque si occupi di clandestini senza denunciarli alla polizia. Per esempio si potrebbe tranquillamente procedere alla denuncia per favoreggiamento - e poi anche all’arrestodell’intera conferenza episcopale, dello stesso papa Bergoglio, o di centinaia e migliaia di medici e assistenti sociali.

Non credo che ci sia molto da spiegare della situazione paradossale che si è creata. Un sindaco arrestato per aver fatto delle cose buone, aver ben amministrato la sua piccola città e aver aiutato l’accoglienza e l’integrazione. È una situazione, mi pare, senza precedenti. E il motivo per il quale si è venuta a creare è altrettanto chiaro: il protagonismo di alcuni Pm che dedicano il loro tempo a vedere se c’è il modo per mettere i ferri ai polsi di un buon amministratore e conquistarsi magari un po’ di prime pagine.

Però mi vengono in mente alcune riflessioni, che vi propongo.

La prima è questa ( e disturberà, per gli accostamenti arditi che faccio tra figure politiche assai diverse, molte persone di destra e di sinistra). Se chiedo a un calabrese a caso di dirmi i nomi di tre sindaci della sua regione che hanno fatto la storia recente della Calabria, credo che molti mi farebbero questi tre nomi: Giacomo Mancini, Beppe Scopelliti e Mimmo Lucano. Hanno governato molto bene, hanno prodotto ottime cose per le loro città nel corso di svariati anni, sono molto noti. Il primo era socialista e concluse la sua vita a difendersi da accuse infamanti e false di un bel gruppetto di magistrati. Non finì in prigione perché era parlamentare. Il secondo è di estrema destra ( viene dal Msi) ha fatto molto per Reggio Calabria, ora è in cella per un reato di tipo amministrativo. Il terzo è di estrema sinistra e ieri è finito arrestato anche lui.

Io non vogliamo commentare questi fatti. Mi limito a consigliare alle persone dotate, capaci di amministrare, con una forte visione politica - specie se sono calabresi - di rinunciare a candidarsi a sindaco o governatore: il rischio di finire dietro le sbarre è eccessivo.

La seconda osservazione riguarda le intercettazioni. Una volta, discutendo con un magistrato di valore ( il dottor Alfonso Sabella) gli feci notare che in Italia le intercettazioni sono circa 100 volte più che in Gran Bretagna, sebbene la Gran Bretagna sia un paese con un tasso di criminalità superiore al nostro. Dissi che mi pareva che in questo modo noi mettevamo senza ragione in discussione la privacy, che è un aspetto importante della civiltà. Lui mi rispose che in Italia le intercettazioni sono indispensabili per colpire la mafia, e che in Inghilterra non c’è la mafia. Ora mi piacerebbe che il dottor Sabella mi spiegasse cosa c’entra la mafia con le intercettazioni a Mimmo Lucano, indagato per aiuto ai profughi. Non c’entra niente. E io capisco che ormai c’è un pezzo di magistratura che evidentemente intercetta a tappeto quasi tutti gli amministratori e i politici, e pretende, attraverso le intercettazioni, di giudicare, sindacare e modificare le scelte della politica. Cioè capisco che, almeno in alcune zone del paese, la democrazia è morta e governano i pezzi più oltranzisti della magistratura. Mi piacerebbe se i pezzi più ragionevoli e liberali della magistratura insorgessero contro questo degrado.

La terza osservazione riguarda il vicepremier Salvini. Circa un mese fa fu indagato ( non arrestato perché la legge non consente di arrestare i deputati) per il modo nel quale aveva gestito la vicenda della Nave Diciotti. Le accuse sono pesantissime e comprendono l’imputazione di sequestro di persona. Questo giornale naturalmente si schierò a difesa di Salvini e criticò molto severamente il Pm Patronaggio. Io scrissi che eravamo di fronte all’ennesima invasione di campo della magistratura in politica ( sebbene, personalmente, ritenevo sbagliatissime e feroci le scelte di Salvini sui respingimenti). Ieri, quando ho letto dell’arresto di Lucano con accuse che riguardano il modo nel quale sta governando il suo comune, mi aspettavo che il ministro dell’Interno insorgesse. Che denunciasse la nuova invasione di campo. Invece Salvini ha lanciato dei tweet esultanti.

Come si spiega? Leggete qui il tweet che Salvini scrisse dopo le accuse di Patronaggio: « Mi sono semplicemente detto sorpreso che una Procura siciliana, con tutti i problemi di mafia che ci sono, stia dedicando settimane di tempo a indagare me per aver fatto quello che ho sempre detto avrei fatto» . Se sostituiamo le parole “ Procura siciliana” con le parole “ Procura calabrese”, il tweet è perfetto per il caso Lucano. Il fatto che poi le scelte politiche di Salvini e Lucano siano opposte, e Salvini voglia cacciare i profughi e Lucano invece accoglierli ( visto che entrambi hanno sempre detto che quelle sono le loro idee) è del tutto secondario. Perché allora Salvini, invece di sostenere Lucano, ha esultato per il suo arresto? È questa la sua idea di rapporto ideale tra politica e magistratura ( la magistratura deve essere amica mia e nemica dei miei nemici)? Beh, se è questa non c’è da star tranquilli.