«In questa stagione politica, sentiamo la necessità di prendere una posizione chiara: siamo contro la violenza, i fascismi, l’intolleranza, contro la paura del diverso perché ci sembra coerente col percorso che da anni abbiamo intrapreso nel quartiere. Il teatro prende posizione nella scelta di quale parte stare». Così esordisce Mario Gelardi, direttore artistico del Nuovo Teatro Sanità, nella gremita conferenza stampa di giovani autori ed artisti che apre, non a caso, con il Progetto Circle nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura”. “Circle” sta per circolarità, connessione, cooperazione, identificando una stagione teatrale internazionale che punta all’incontro di drammaturghi di vari paesi con i giovani artisti under 35.

Appunto “Circle - il teatro ti porta lontano” per costruire un teatro partecipativo ed europeo. Nasce in stretta relazione con “Circle Festival”, con il sostegno di Mibac e Siae, che trasformerà il palcoscenico di piazzetta San Vincenzo in un osservatorio sul teatro europeo. Diffondere la drammaturgia attraverso la traduzione, la messa in scena e la pubblicazione di testi teatrali provenienti da Germania, Spagna, Grecia, Italia. Gli spettacoli andranno in scena da settembre a gennaio.

«L’idea è nata dopo il fortunato progetto “Cities on the Edge”- continua Gelardi - creato dal Goethe Institut di Napoli e Marsiglia, grazie al quale la compagnia ntS’ è già stata in Germania e presto sarà a Marsiglia. Così il rione Sanità diventa un polo teatrale europeo e dello scambio interculturale». Lungimiranza e visione di padre Antonio Loffredo, a lui si deve l’idea di trasformare la chiesa sconsacrata in uno spazio teatrale affidandolo alla compagnia di giovani diretta da Gelardi. «Sono stato invitato alla mostra del cinema di Venezia e mi hanno chiesto di sintetizzare in 3 parole il lavoro che stiamo facendo nel quartiere Sanità. Ho indicato tre C che stanno per Comunità, Casa, Cultura». E poi spiega il significato: «L’obiettivo è vivere l’esperienza della comunità senza contrapporsi. Competere, ma in un progetto di cooperazione, sociale e culturale. Ed è per questa ragione che abbiamo creato la Fondazione di comunità, per un impegno comune che ci rende più forti. La casa è una esigenza vitale, senza una casa i sogni non prendono forma ed è per questo che un bene abbandonato diventa un teatro. E dunque la cultura trova spazio in un luogo e si diffonde nel sociale, accomunati dallo stesso destino. Senza investimenti nelle infrastrutturazioni sociali e culturali – concordo con Carlo Borgomeo - una comunità non evolve».

L’ntS’ aspira così a diventare una vera e propria “Casa della drammaturgia”: «Crediamo nella circolarità della cultura - continua Gelardi senza muri, necessaria per riflettere sulle trasformazioni che sta subendo l’Europa. Siamo convinti che il teatro sia in grado di trovare i codici per un confronto con un’Europa non ancora omogenea». Partenza il 28 settembre con lo spettacolo “Brucia l’Europa”, scritto da Mario Gelardi, Alessandro Palladino e Davide Pascarella. Ispirato a clamorosi atti terroristici: «Non si narra la paura ma il grottesco che genera nelle nostre vite». Poi “Il viso di un altro” dell’autore greco Jannis Papazoglou, regia di Gianni Spezzano. A dicembre, in scena “I kiwi di Napoli” dell’autore tedesco Philipp Löhle, l’adattamento e la regia di Carlo Geltrude. Il Circle Festival si conclude con “La testa sott’acqua”, testo della catalana Helena Tornero, regia di Riccardo Ciccarelli. Un giovane artista del quartiere Sanità che si divide tra l’Italia e la Spagna, Alessio Arena, presenta “La sirena di New York - Vita e mito di Gilda Mignonette”, in scena Cristina Donadio, e lo stesso Arena. Ancora “Ma come si fa? ”, performance teatrale scritta e diretta da Luciano Melchionna. In scena “100 volte sì”, drammaturgia e regia Peppe Fonzo, con Roberto Azzurro. Ritorna “Il caso Braibanti” di Massimiliano Palmese, regia di Giuseppe Marini. Sarà la volta de “L’archivio delle anime. Amleto”, un progetto di Naira Gonzalez e Massimiliano Donato, con i burattini di Edgar Gonzalez. A gennaio, “Scarti di paradiso”, di Alessandra D’Ambrosio e Diana Del Monaco, con la stessa D’Ambrosio, la regia di Gianfelice Imparato. Poi una storica compagnia nata a Napoli ma trapiantata a Firenze, I Chille della Balanza con “L’amore è il cuore di tutte le cose”, regia Claudio Ascoli. A marzo Teatri Uniti presenta il fortunato “Eternapoli”, tratto dal romanzo di Giuseppe Montesano, interpretato da Enrico Ianniello.

Il Nuovo Teatro Sanità dedica ben due progetti alle donne: la regista Eleonora Pippo, lavorerà con le adolescenti del quartiere per il progetto teatrale people- specific “Le ragazzine stanno perdendo il controllo. La società le teme. La fine è azzurra”, coprodotto dal Teatro della Tosse di Genova. Mentre “Le spose”, progetto di Gelardi, si ispira a cinque abiti da sposa stipati nella costumeria del Teatro.