È il giorno del decreto motovedette. La cessione di almeno una decina di mezzi navali della Guardia Costiera italiana ai loro omologhi libici. Sembra una corsa contro il tempo perché sulla decisione italiana incombe l’indagine della Corte penale dell’Aja che da oltre un anno indaga proprio sull’operato dei guardacoste di Tripoli. Pesa soprattutto il corposo dossier sul tavolo del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che a più riprese ha alzato la voce per denunciare le violazioni dei diritti umani addebitate proprio alla autoproclamata Guardia Costiera libica. Guterres non ha mai nascosto il suo parere parlando di «condotta spregiudicata e violenta da parte della Guardia costiera libica nel corso di salvataggi e/o intercettazioni in mare». «I presunti crimini contro i migranti – ha ribadito l’ufficio del procuratore internazionale nelle settimane scorse – sono una questione seria che continua a riguardare il procuratore». Violazioni riscontrate sia in mare che in terra, così come è stato provato  l’uso di «forza eccessiva e illegale da parte dei funzionari del Dipartimento per la lotta alla migrazione illegale». La parola passa dunque ai deputati, il testo del decreto, approvato in un decreto in Cdm il 2 luglio scorso e ratificato in un primo passaggio al Senato, appare blindato sebbene da più parti giungano appelli a votare in senso contrario. In particolare il segretario dei Radicali italiani, Riccardo Magi, ha invitato tutti i gruppi parlamentari a cominciare dal Pd  «perché il voto della Camera abbia un esito diverso da quello del Senato, e al Presidente Fico e ai Presidenti delle Commissioni Esteri e Affari costituzionali perché autorizzino rapidamente una missione parlamentare in Libia». «Con il decreto motovedette – ribadisce Magi - noi stiamo dando strumenti, assetti della nostra Guardia Costiera e della nostra Guardia di finanza per rafforzare la Guardia Costiera di uno Stato che non esiste, per riportare persone salvate in mare in un paese non sicuro».In difficile equilibrio la posizione dei Dem che per bocca di Matteo Orfini non mettono in discussione la cessione dei mezzi navali ai libici ma che deve avvenire «solo a patto che quel Paese dia garanzie concrete sul rispetto dei diritti umani e sull’uso che di quelle motovedette verrà fatto». Eventualità difficile da realizzare visti anche i recenti episodi come quello del salvataggio di Josefa e dell’abbandono di due altre persone in mezzo al mare. Tuttavia il Pd non prescinderebbe dall’obbligo della presenza sulle motovedette di un osservatore internazionale per verificarne il modus operandi».Al governo di Tripoli verrebbero fornite 10 motovedette della Guardia Costiera ''Classe 500'', barche di dieci metri in vetroresina, con un''autonomia di 200 miglia e una velocità  massima di 35 nodi insieme a due unità  navali''Classe Corrubia'' della Gdf, che sono invece imbarcazioni da 27 metri. Quest’ultime possono raggiungere i 43 nodi e hanno un'autonomia ,- alla velocità di crociera di 21 nodi - di 800 miglia, vale a dire 36 ore.Dal punto di vista operativo  i mezzi, concessi a titolo gratuito, dovranno principalmente servire a pattugliare le coste , mentre le motovedette più grandi saranno impiegati, almeno nelle intenzioni, nei salvataggi veri e propri, potendo contare su 14 uomini di equipaggio e capaci di imbarcare almeno un centinaio di persone.Secondo l’esecutivo tutto ciò è giustificato da due priorità: «l''esigenza dicontrastare i traffici di esseri umani nonché  la salvaguardia delle vita umana in mare». Nella prima bozza del decreto si prevedevano diversi capitoli di spesa. Un ammontare complessivo per il 2018 di 2,5milioni di euro di cui 1milione e 400mila  per la manutenzione dei mezzi e la formazione del personale della Marina e della Guardia Costiera libica.Interessante è la ripartizione delle spese che, come recita il decreto, sarà ripartita tra fondi di accantonamento che fanno riferimento al ministero dell’Economia , Interni, Infrastrutture e ministero degli  Esteri e della Cooperazione internazionale. Per quest’ultimo si prevede una spesa di 1.231.000 euro.