Scafarto intendeva eseguire una perquisizione alle cinque del mattino nei confronti di Tiziano Renzi», ha dichiarato davanti alla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo. Il magistrato è stato sentito come teste nell’ambito del procedimento che vede incolpati i pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano sul caso “Consip”. Ielo ha raccontato l’incontro con i colleghi di Napoli e i carabinieri del Noe avuto presso la loro caserma di Roma la sera del 20 dicembre 2016, giorno dell’interrogatorio dell’ex ad di Consip Luigi Marroni.

Quella sera «ero a cena con il procuratore Pignatone, l’aggiunto Sabelli e militari della Guardia di finanza: verso la fine della cena ho ricevuto una telefonata di Woodcock che mi parlava di un’attività investigativa da cui emergevano elementi su una fuga di notizie che sarebbe stata causata dal comandante generale dell’Arma e di un esponente apicale del governo. Dissi allora a Pignatone che secondo me la cosa migliore era che facessi un salto alla caserma del Noe. Lui fu d’accordo ed andai». «Credo di aver letto anche il verbale delle dichiarazioni di Marroni e la cosa più evidente per me era l’ipotesi di reato nei confronti di Luca Lotti e del comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette che era di competenza della Procura di Roma», ha poi aggiunto.

Tornado alla perquisizione a Tiziano Renzi, «ne chie- si il perché e mi è stato risposto perche c’era un’intercettazione telefonica risalente a settembre - ha spiegato Ielo - e ho detto ‘ io non la farei’ perché è un atto che espone moltissimo e c’è una bassa probabilità di ottenere risultati». «Woodcock fu d’accordo «, ha proseguito il magistrato romano, e l’iniziativa di Scafarto venne stoppata. Circa i rapporti con i pm napoletani, Ielo ha sottolineato che erano contraddistinti da una «buona collaborazione» . Una testimonianza, quella di Ielo, che se da un lato non modifica le risultanze delle prove raccolte fino a questo momento a carico di Woodcock, dall’altro svela quelle le particolari modalità d’indagine dei carabinieri del Noe.

E proprio per quanto attiene alla posizione di Scafarto, indagato per falso e depistaggio, e degli alti ufficiali dell’Arma, l’ex comandante generale Tullio Del Sette ed il generale Emanuele Saltalamacchia, accusati di rivelazione del segreto, la chiusura delle indagini si attende per settembre, dopo «il deposito delle motivazioni da parte della Cassazione» che nel giugno scorso ha rigettato il ricorso dei pm romani contro la decisione del Riesame sulla sospensione dal servizio per l’ex capitano del Noe e attuale assessore alla Legalità ed Ambiente presso il Comune di Castellammare di Stabia.

Nella prossima udienza, fissata per il 6 settembre, sarà ascoltato il pm di Roma Mario Palazzi, anche lui titolare dell’indagine sulla fuga di notizie relativa all’inchiesta Consip. Per la sentenza bisognerà attendere.