«Chi mi conosce sa bene che sono solito fare battute. E una battuta era anche quella rivolta al giornalista del Foglio » Salvatore Merlo. Il portavoce grillino del presidente del consiglio, Rocco Casalino, prova a difendersi dalle accuse di arroganza che gli piovono addosso da ogni parte, sminuendo quanto accaduto in piazza Montecitorio giovedì scorso. Davanti alla Camera, i parlamentari 5 Stelle festeggiano con champagne e palloncini gialla l’abolizione dei pochi vitalizi ancora attivi. L’ex concorrente del Grande fratello si congeda un attimo dal suo datore di lavoro, Giuseppe Conte, per dirigere la coreografia della “manifestazione” e renderla indimenticabile. Ma tra i cronisti in piazza nota proprio Salvatore Merlo, firma politica del Foglio, non arruolabile tra le penne entusiaste del nuovo corso giallo- verde, con cui più volte il comunicatore pentastellato ha avuto modo di polemizzare. Casalino si avvicina e pronuncia queste parole: «Adesso che il Foglio chiude, che fai? Mi dici a che serve il Foglio? Non conta nulla... Perché esiste?». Il problema, per il portavoce del premier ( giornalista a sua volta), è che Merlo non si limita ad ascoltare quella che somiglia parecchio a una minaccia, ma la racconta sul giornale e diventa di dominio pubblico. In poche ore, contro Casalino si schierano quasi tutti i partiti d’opposizione e la Federazione nazionale della stampa. A quel punto l’uomo che decide se e quando Conte può parlare è costretto a intervenire, lanciando la palla in tribu- na: era solo una battuta. «Sono certo che Salvatore Merlo ne fosse ben consapevole, considerando che ho specificato anche con lui che stavo scherzando», prova a difendersi l’ex Grande fratello, poche settimane fa protagonista di un video in cui si vanta “far dire” in diretta a Enrico Mentana le veline che gli invia per sms. «Credo fortemente nella libertà di stampa e nel pluralismo dell’informazione, sono il primo a volere che ci siano più mezzi di informazione possibili, ovviamente abolendo finanziamento pubblico» , dice Casalino, parlando più da politico che da comunicatore. Peccato che il giornalista non abbia afferrato il tono scherzoso del comunicatore. «Casalino fa ridere sempre, tranne quando dice di fare le battute», risponde su Facebook il giornalista.

A dare manforte al portavoce di Conte ci pensa però Elio Lannutti, senatore cinquestelle, che forse non si rende conto del momento e rilancia su Twitter: «Il Foglio per pochi intimi ha succhiato oltre 50 milioni di euro di pubblici finanziamenti. Predicano il mercato coi soldi nostri? Bravo Rocco Casalino: basta parassiti!». Messa così la minaccia non ha bisogno di ulteriori chiarimenti, il partito di governo avverte i giornali non allineati: sui finanziamenti pubblici all’editoria - di cui anche il quotidiano di Cerasa usufruisce decide il Movimento 5 Stelle.

Le parole di Lannutti non contribuiscono ovviamente a rasserenare il clima e il portavoce di Palazzo Chigi diventa bersaglio delle opposizioni. «Il ministro del Lavoro vuol licenziare i lavoratori e il sottosegretario alla Giustizia denunciare i deputati, ci mancava il portavoce del premier che minaccia i giornalisti bevendo champagne al party “bye bye vitalizi”», ironizza su Twitter la vice presidente forzista della Camera, Mara Carfagna, prima di solidarizzare col cronista per «le intimidazioni» di Casalino. Solidarietà anche dal Pd, con Lorenzo Guerini che scrive sui social: «Intimidazioni e arroganza non spaventano la stampa libera. Se poi si prova a derubricarle a battuta, non fa nemmeno ridere».

Il sindacato dei giornalisti diffonde una nota durissima contro il comunicatore grillino «non nuovo a proclami e minacce nei confronti di suoi colleghi giornalisti». L’atteggiamento e le parole utilizzate da Casalino, per l’Fnsi, «danno l’esatta dimensione della concezione che lui e i suoi danti causa hanno della democrazia e delle istituzioni», si legge nel testo diffuso da Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario e presidente del sindacato. «Purtroppo per lui e per quelli come lui, la Costituzione italiana riconosce fra i propri valori la libertà di espressione e la libertà di stampa, valori ai quali, se non lo hanno ancora fatto, Casalino e chi come lui sogna l’affermazione del pensiero unico dovranno abituarsi. La chiusura dei giornali da parte delle autorità richiama regimi e tempi che, per l’Italia, sono fortunatamente lontani».

La querelle, per ora, si chiude qui. Ma per i grillini il Foglio è finito “nomination”.