«Le indagine di corruzione in Italia sono tante e noi abbiamo una polizia giudiziaria di straordinario livello. Ma come procuratore e sentendo anche i miei colleghi sono contrario all’introduzione della figura dell’agente provocatore. È una figura che esiste in America e io dico lasciamola lì», parola di Giuseppe Pignatone. Insomma, il Procuratore della Repubblica di Roma non ha alcun dubbio e ha espresso la propria decisa contrarietà alla proposta che il Movimento 5 Stelle vorrebbe far diventare legge. «Sulla figura dell’agente sotto copertura, invece, ha sottolineato Pignatone intervenendo alla presentazione del Rapporto Anac sul whistleblowing - si può lavorare anche se non è semplicissimo. La norma cui ci si potrebbe ispirare è quella sul riciclaggio».

E sull’idea dell’agente sotto copertura è possibilista anche il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone: «Non sono favorevole all’agente provocatore. Ma a quello sotto copertura. L’agente provocatore va a stimolare la corruzione». E ancora: «Quella è una corruzione artificiale ha spiegato - dobbiamo occuparci di tanta corruzione vera. Un soggetto che va inserirsi dall’interno, è indispensabile se in grado di riferire.

Agente sotto copertura quindi, assolutamente si!».

Insomma, dopo i no di Roberti, Bruti Liberati e oggi di Pignatone e Cantone, Davigo sembra essere rimasto l’unico magistrato favorevole all’agente provocatore: «Indispensabile per debellare la corruzione».