"Il presidente della Repubblica non è un notaio". La dichiarazione di Sergio Mattarella piomba sul tavolo delle trattative tra Di Maio e Salvini, e ha tutta l'aria di un vero e proprio avviso. Come dire: il presidente della Repubblica non avrà un ruolo passivo nella formazione del nuovo governo. Sembra infatti che il Capo dello Stato non abbia alcuna intenzione di firmare il "visto" al nuovo esecutivo senza prima aver "trattato" sul nome del premier e, soprattutto, su quello del ministro dell'Economia. Il Quirinale, infatti, vuole assolutamente tranquillizzare l'Ue, molto preoccupata dell'asse dei due populismi. Il capo dello Stato ha lanciato il suo messaggio in occasione del ricordo di Luigi Einaudi:  "Cercando sempre leale sintonia con il governo e il Parlamento - ha infatti dichiarato il presidente della Repubblica - Luigi Einaudi si servì in pieno delle prerogative attribuite al suo ufficio ogni volta che lo ritenne necessario. Fu il caso illuminante del potere di nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri, dopo le elezioni del 1953. Nomina per la quale non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Democrazia Cristiana". E poi, ancora più esplicito: "Quella di Einaudi fu una presidenza tutt'altro che 'notarile". Insomma, a chi in queste ore sta componendo la squadra di governo, Mattarella sembra voler ricordare l'articolo 92 della Costituzione: "Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri". E, come ricorda openpolis,  la scelta del termine "proposta" ha un chiaro significato. Anche se liniziativa è del presidente del consiglio, linquilino del Quirinale non si limita ad accoglierla passivamente, e mantiene anche su questo passaggio un ruolo molto importante.