Silvio Berlusconi ha ottenuto la "riabilitazione" dal tribunale di sorveglianza di Milano e tornerà quindi ad essere candidabile dalle prossime elezioni. Lo scrive il Corriere della Sera spiegando che la decisione di fatto cancella tutti gli effetti della condanna subita dal leader di Forza Italia nell'ambito del processo sui diritti Mediaset nel 2013. Quella sentenza che aveva fatto scattare l'incandidabilità in base alla Legge Severino. Berlusconi potrà quindi presentarsi alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica quando si tornerà alle urne. In base alla legge elettorale, Berlusconi potrebbe addirittura concorrere in un'eventuale elezione suppletiva se dovesse rimanere vacante un seggio in un collegio uninominale. I giudici del Tribunale di Sorveglianza, a cui si erano rivolti gli avvocati Niccolo Ghedini e Franco Coppi l'8 marzo scorso, hanno deciso con un mese di anticipo rispetto al previsto. A guidarli un orientamento della Cassazione che prevede, anche in presenza di altre pendenze (in questo caso i processi per corruzione giudiziaria in seguito al processo Ruby da cui Berlusconi e stato assolto) la possibilità, una volta adempiute "le obbligazioni civili derivanti dal reato", di vedersene cancellati gli effetti con la riabilitazione che estingue le pene accessorie. I giudici hanno anche tenuto conto del fatto che dopo l'espiazione della pena (4 anni di reclusione di cui 3 condonati e uno svolto ai servizi sociali con l'impegno di assistenza agli anziani 4 ore alla settimana), Berlusconi ha dato "prove effettive e costanti di buona condotta" e di essersi reinserito nella comunità rispettandone nei limiti del possibile le regole. La procura ci pensa... "Non abbiamo ancora letto il provvedimento, solo dopo valuteremo cosa fare". Il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, contattato dall'Adnkronos, replica cosi alla decisione del Tribunale di Sorveglianza che riabilita Silvio Berlusconi. La procura generale, che attende le motivazioni dell'ordinanza, ha 15 giorni di tempo per presentare opposizione alla decisione della Sorveglianza che cancella gli effetti della legge Severino, intervenuta dopo la condanna a quattro anni per frode fiscale nel processo relativo ai diritti tv Mediaset. Insomma, la decisione di ricorrere in Cassazione non e scontata.