Il Friuli non è grande come il Veneto, ma Massimiliano Fedriga con il suo 57 per cento strappa a Luca Zaia il record di governatore più votato d’Italia. Record che resta tutto interno alla Lega, dominus con il centrodestra di gran parte del Nord. E ora sulla soluzione per il governo nazionale, per il quale Silvio Berlusconi chiede l’incarico al centrodestra, pesa anche la vittoria personale «oltre le previsioni», come riconosce il Cav, di questo trentasettenne fiore all’occhiello della squadra di Matteo Salvini.

Spedito in parlamento a soli 28 anni da Umberto Bossi e allevato sui banchi di Montecitorio, dove è stato capogruppo, da Giancarlo Giorgetti “il Gianni Letta padano”, Fedriga appartiene al gruppo dei laureati del Senatùr. A caldo dopo averli strabattuti dice che “con i 5 Stelle si può ragionare”. Definisce la «Lega forza trainante» di un esecutivo nazionale sui programmi, ma come fa lo stesso Salvini non dà un okay chiaro e netto a un governo di centrodestra di minoranza, come quello che chiede Berlusconi. La Lega non ne prende però neppure le distanze, ma l’ambiguità se il centrodestra debba governare da solo o anche con i grillini non viene sciolta. Salvini posta su Facebook la carta del due di picche e saluta ironico Di Maio e il Pd. Scrive: «Dopo il Molise, anche donne e uomini del Friuli Venezia Giulia ringraziano il Pd per l’egregio lavoro svolto e salutano Di Maio& compagni. Andiamo a governare» . Si scatena l’ira di Di Maio che lo accusa di aver preferito a lui «il condannato incandidabile». Salvini non entra nel merito del governo di centrodestra il cui candidato premier secondo i patti spetta alla Lega. Si intuisce una certa prudenza di fronte al rischio che un incarico per un esecutivo che deve trovare i voti in parlamento potrebbe bruciarlo. Il nome di Salvini lo fanno esplicitamente Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia e il capogruppo alla Came- ra Fabio Rampelli: «Mattarella gli dia l’incarico». Berlusconi parla di «ncarico al centrodestra».

Ma è evidente che pensa alla Lega confermatasi in Friuli primo partito della coalizione quasi triplicando con circa il 35 per cento Fi, che però tiene e anzi cresce di due punti: «Pur tra tante difficoltà Forza Italia è in salute». E quindi il Cav sottolinea che il Friuli «è una ragione in più per affidare al centro- destra la guida del governo nazionale». Osserva: «Il centro- destra unito si conferma vincente e accresce ancora i suoi consensi. Siamo non soltanto la prima coalizione del Paese, ma anche quella più in sintonia con gli umori e le esigenze degli elettori».

Il Cav poi rivendica il risultato ottenuto da Fi con lui in campo, che è cresciuta al 12 per cento al quale va aggiunta la lista di EnzoTondo, con la quale il partito azzurro raggiunge quasi il 16 per cento. Grande soddisfazione per la sconfitta dei Cinque Stelle, quasi doppiati da Fi, contro i quali dal Friuli ha fatto partire bordate di fuoco, per bombardare qualsiasi canale residuo di dialogo tra Di Maio e Salvini. «Gli italiani li stanno abbandonando», scolpisce il Cav. Intanto, Salvini è sotto il fuoco dei grillini con Alessandro Di Battista che tuona: «A differenza di Salvini mai visto Dudù al guinzaglio».

Di Maio chiede come ultima chance a Salvini un patto per il voto a giugno. Ma Salvini replica su Twitter riferito alla lega e al centrodestra: «Andiamo a governare. Io sono pronto!». Ma con quale formula? Che la soluzione sia quella di un governo di centrodestra lo dicono la capogruppo di Fi al Senato Annamaria Bernini e il suo vice Lucio Malan. Lo ribadisce la senatrice di Fi Stefania Craxi, che parla di un esecutivo di centrodestra dallo spirito costituente «sulla forma di governo modificandola, come auspico, in senso semipresidenziale».

Nel solco della Grande Riforma di Bettino Craxi. Ma netta è la contrarietà di Salvini a un esecutivo per le riforme. Il capo leghista è ben attento al fatto che non si riapra il canale di Berlusconi con il Pd, a maggior ragione dopo la proposta di Matteo Renzi. Berlusconi potrebbe anche essere tentato da un tavolo per le riforme che rimetterebbero al centro Fi. E la Lega teme che il governo di minoranza alla fine divenga una sorta di apripista a quel governo istituzionale che Salvini vede come fumo negli occhi. Semmai un esecutivo di emergenza la Lega potrebbe volerlo solo per breve tempo e in funzione della riforma della legge elettorale. A questo potrebbe servire un governo sorretto da astensioni o appoggio dei singoli parlamentari, magari presieduto dal numero due di Via Bellerio Giorgetti, che, anche se sfiduciato, resterebbe in carica fino a nuove elezioni, esercitando un peso sulla nuova legge elettorale. Ma Salvini vuole il premio alla lista o alla coalizione? Questo è il nodo che preoccupa Forza Italia. Ma ora anche Salvini è a un bivio. Stretto tra la proposta di Berlusconi e Meloni, che non vogliono tornare alle urne e il pressing di Di Maio per il voto subito. Di mezzo c’è l’unità del centrodestra, che a Sacile Comune friulano sopra i 15.000 abitanti si avvia al ballottaggio interno tra il candidato di Fi con il 45 per cento e quello di Lega e Fdi al 35.