Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha ricevuto ieri dal presidente del Cnf Andrea Mascherin una targa che testimonia la stima per la capacità di dialogo del ministero, in particolare nel percorso di approvazione della legge sull’equo compenso. «La targa consegnata al ministro è un riconoscimento al lavoro di tutto il Dicastero, con cui in questi anni c’è stato un grande lavoro congiunto attraverso tavoli di lavoro e incontri», ha detto il presidente Mascherin, riferendosi in particolare al lavoro svolto dal sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, e di tutto l’ufficio legislativo che si è attivato per la stesura del testo.

Orlando ha ringraziato dell’omaggio, sottolineando che «si tratta di un riconoscimento del lavoro fatto insieme. Rivendico un metodo che ha permesso di ottenere ottimi risultati: in questi anni abbiamo dimostrato che si possono fare le riforme anche confrontandosi». Inoltre, il ministro ha chiesto al Cnf l’impegno futuro «non tanto di riconoscere quanto fatto da me in qualità di Ministro, ma di lavorare per consolidare quello che abbiamo fatto insieme. Il nostro Paese ha il vizio di ricominciare sempre dall’anno zero ad ogni legislatura: fate in modo che questa nuova fase consolidi quanto di positivo è stato fatto». Impegno, dunque, a tutelare quanto prodotto nella passata legislatura, nell’interesse generale e della giurisdizione.

Il presidente Mascherin, poi, ha chiesto al ministro notizie sullo stato della riforma del carcere e Orlando ha anticipato di aver scritto ai presidenti di Camera e Senato per chiedere di calendarizzare la riforma nella commissione speciale.

«Altrimenti, considero valida l’interpretazione di alcuni illustri costituzionalisti, secondo i quali i 10 giorni di tempo per il parere non vincolante della commissione decorrono dalla trasmissione della riforma, e quindi dalla sua assegnazione alle commissioni ordinarie», ha detto Orlando. Più chiaramente, ha spiecificato: «Spero che le commissioni interpellate si pronuncino. Io comunque, dopo i 10 giorni previsti, presenterò il testo al consiglio dei ministri».