«Sconfitta» ; «rapporto con il popolo» ; «partito»... Nelle vuote stanze del Nazareno ancora riecheggiano le parole che Walter Veltroni ha consegnato sabato scorso al Corriere della Sera. Una palombella rossa che avrebbe dovuto aprire un dibattito schietto, franco e definitivo, e che invece è passata come se nulla fosse sopra le teste dei nuovi leader del Pd.Eppure Veltroni non le aveva mandate mica a dire. «È abbastanza incredibile la rapidità con cui si è passati sopra la più grande sconfitta della sinistra nella storia del dopoguerra per ricominciare la consueta danza degli hashtag e dei tweet», aveva detto ad Aldo Cazzullo, biografo ufficiale della seconda Repubblica. E ancora: «La sinistra ha perso quel che la sinistra non può perdere: il rapporto con il popolo. Senza il popolo non esiste la sinistra».E poi, sempre più duro, per come può esserlo un lottatore mite come Veltroni: «Ho visto quei circoli Pd chiusi in un tristissimo e bel servizio di Piazzapulita; si riaprissero subito, per convocare migliaia di persone a discutere. Ricordo quando Berlinguer propose il compromesso storico: milioni di persone si trovarono in luoghi fisici per parlarsi; il calore, lo scambiomeraviglioso». Insomma, un intervento vecchio stile, un tuffo nel  900 non privo, però, diun suggerimento per loggi. E sì perché la domanda che al Nazareno circola in queste ore è una e una soltanto: Alleanza coi grillini, sì o no? . E infatti Cazzullo non risparmia neanche Veltroni: «Si dialoga con i 5 Stelle?». Riposta: «Dipende se i 5 Stelle insistono nel pretendere lappoggio al governo scritto prima del voto, oppure concordano che non è tempo dimposizioni. Se a fine crisi, sotto la regia del capo dello Stato, emergesse unipotesi a certe condizioni programmatiche adesione chiara allEuropa, politiche sociali, ius soli, qualità e indipendenza dellesecutivo , il Pd farebbe bene a discuterne».Ma lunico che al momento ha replicato a Veltroni è Matteo Orfini. Il quale, riferito alla richiesta di un referendum tra gli iscritti per decidere sulle alleanze, ha risposto secco: «Lo strumento del referendum è previsto dal nostro statuto. Non è mai successo nella storia del partito. Se dovesse essere necessario, si potrebbe fare». Dibattito chiuso. Via con i tweet...