Ameno da una settimana dal voto la campagna elettorale è entrata nel vivo e i leader cercano di conquistare consensi puntando su argomenti che siano il più attrattivi possibile. Tra i cavalli di battaglia trova poco spazio il tema che, con questa pagina quotidiana, il Dubbio segue con attenzione: il carcere e la sicurezza. Proprio per questo vogliamo fare una sorta di viaggio nei programmi elettorali di tutto le forze politiche per avere una panoramica sull’argomento specifico.

Iniziamo con il programma del Movimento Cinque Stelle che sul sistema penitenziario dice poco. Non fa alcun cenno alle misure alternative alla pena o ai benefici penitenziari, ma nel contempo viene proposto – per far fronte al sovraffollamento – la costruzione di 2 nuove carceri, che darebbero ai cittadini “più sicurezza e legalità”. A questo, in merito alla sicurezza, il Movimento 5 Stelle affianca l’assunzione di 10.000 nuovi membri delle forze dell’ordine. Un programma che si può sintetizzare così: più carcere e più uomini delle forze dell’ordine. Sempre sul fronte sicurezza, il Movimento 5 Stelle propone che le competenze in materia di ordine pubblico e sicurezza non siano di esclusiva competenza dello Stato ma che siano condivise con enti locali e associazioni private. Non viene spiegato in quale modo e ciò potrebbe essere interpretato in doversi modi. Una ronda cittadina 2.0 come ha sperimento la sindaca grillina di Torino? Non è dato sapere.

A differenza del Movimento 5 Stelle, Potere al popolo, l’altro partito che corre da solo, dedica una maggiore attenzione al sistema penitenziario. Viene proposto l’abolizione dell’ergastolo, sia condizionale che ostativo. Nel programma viene sottolineato che “l’assenza di ogni possibilità di uscita è incompatibile con la finalità rieducativa della pena, prevista dall’art. 27 della Costituzione”. Viene inoltre proposto l’abolizione del 41 bis, sottolineando che è “riconosciuto quale forma di tortura dall’Onu e da altre istituzioni internazionali” e viene proposto di adottare al suo posto misure di controllo, per i reati di stampo mafioso, allo stesso tempo efficaci ed umane, che non per- mettano la continuità di rapporto con l’esterno. Per risolvere il problema carcerario, invece, si propone un provvedimento di amnistia e indulto. Per quanto riguarda la vita carceraria, Potere al Popolo pensa soprattutto a un più ampio utilizzo delle misure alternative e di validi percorsi per il reinserimento dei detenuti. Per finire, c’è la proposta di migliorare la legge sul reato di tortura approvata dal Parlamento a luglio 2017, perché ritenuta insufficiente.

Liberi e Uguali, a differenza del precedente partito di sinistra, nel programma mette nero su bianco che il regime del 41 bis non solo non va abolito, ma nemmeno mitigato. Per quanto riguarda il resto del sistema penitenziario, LeU propone un urgente intervento sul sistema carcerario e una riforma dell’ordinamento penitenziario per garantire il rispetto della dignità della persona, anche quando detenuta. “Il numero di suicidi in carcere è un dato che non può essere più ignorato”, viene sottolineato nel programma. Chiede di recuperare la funzione rieducativa della pena, rafforzando le misure alternative. Inoltre chiede la modifica della legge sul reato di tortura secondo le indicazioni provenienti dall’Onu.

Il centrodestra, avendo al suo interno varie anime, sul versante del sistema penitenziario chiede un potenziamento del ricorso a misure alternative al processo penale, sulla base delle esperienze positive della messa alla prova, in assenza di pericolosità social, anche in relazione alla finalità rieducativa della pena. Nel contempo, sempre sui punti del programma condiviso, il centrodestra propone nessuno sconto di pena per reati di particolare violenza e efferatezza, un nuovo Piano Carcere, il rimpatrio di tutti i clandestini e revisione della legge sulla tortura. Su quest’ultimo punto – ma non solo -, per capire il tipo di revisione, va visionato il programma del secondo partito principale della coalizione: la Lega. Sulla legge sulla tortura, il programma leghista chiede di cancellarlo perché lo ritiene penalizzante nei confronti delle forze dell’ordine. A proposito del Piano Carceri, mentre il programma del centro destra è generico, la Lega invece chiede di costruire nuovi carceri e assunzioni di nuovi agenti di polizia penitenziaria. A questo aggiungiamo la revisione del progetto di modifica dell’ordinamento penitenziario ancora non approvato, inasprimento delle pene per lo spaccio, abolizione della cosiddetta “sorveglianza dinamica” in carcere, nonché revocare l’accordo con l’Ucoii in relazione agli Imam che entrano nelle carceri, perché, sempre secondo la Lega, “non possono essere considerati Imam moderati”. Il centrodestra ha un programma quindi vago su carcere e sicurezza, ma la Lega ( assieme a Fratelli d’Italia) nello specifico è molto più dettagliato: così come per il Movimento 5 Stelle, il programma si può sintetizzare con “più carcere, più uomini delle forze dell’ordine”.

Il centrosinistra, invece, non ha punti specifici sull’argomento carceri. Il Partito Democratico ha messo nero su bianco quello che ha fatto durante questa legislatura. Per quanto riguarda le azioni future, il Pd parla di “piena attuazione della riforma dell’ordinamento penitenziario” e aggiunge che dovranno costituire la bussola della prossima legislatura “ i percorsi di esecuzione della pena individualizzati e il ricorso alle misure alternative alla detenzione, attraverso formazione e lavoro”. Sulla sicurezza, il Pd scrive che “occorre arrestare la deriva securitaria: nella crisi dello Stato sociale abbiamo ceduto verso lo Stato penale. La sinistra italiana deve tornare a svolgere il suo compito. Perché l’affermazione della dignità umana è l’argine più efficace contro la violenza”. Nel centrosinistra, ricordiamo, c’è anche il partito della Bonino + Europa che nel suo programma sottolinea che è necessario superare il primato della detenzione. Propone, inoltre, l’abolizione dell’ergastolo, sia condizionale che ostativo, spiega anche che va evitato l’abuso di provvedimenti emergenziali e di stampo securitario, soprattutto nella gestione di fenomeni complessi quali l’immigrazione e l’esclusione sociale. Infine, propone la fine dell’abuso della custodia cautelare, chiedendo di favorire un uso più ampio delle misure alternative al carcere.