Egregio Direttore, la vicenda di Angelo Di Marco mi ha profondamente colpito ed il suo articolo non è passato inosservato a chi come me ha provato di persona come funziona un carcere. Io non posso esimermi e voltare la testa da un’altra parte; voglio che lei sappia che la seguiamo con estremo interesse anche se non siamo quelli che possono cambiare le cose la nostra voce è ben rappresentata.

Incensurato fino all’età di 58 anni ho avuto un incidente stradale e relativa condanna che non discuto. La mia esperienza è relativa ad un solo carcere ma le posso assicurare che casi in cui il diritto alla salute del detenuto è palesemente violato ne ho visti; nella mia sezione di 42 persone ce n’erano tre, me com- preso. Non sono in grado di dire quanti altri casi simili ci sono in quel carcere ( 350 detenuti che non ho conosciuto) ed in altri carceri ma con grande amarezza non ne sono sorpreso. Magistrati che mettono in dubbio pareri medici, avvocati che temono il tribunale di sorveglianza (??), personale sanitario carcerario pavido, per non usare altri termini. Detenuti che hanno commesso reati di piccoli furti o frodi senza alcuna pericolosità sociale e vicini ai 70 anni. Uno con la spina dorsale irrimediabilmente devastata, l’altro con una serie di malattie che avrebbero sconsigliato qualsiasi essere umano dotato di cervello ad accettarlo in carcere anziché rispedirlo a casa. Pene ridicole, 24 mesi uno, 10 mesi l’altro inflitte a persone che non riescono a camminare in autonomia. Non sono un medico ma vedere detenuti che si trascinano faticosamente attaccati alle mura della prigione per me è stato devastante. Io ho un tumore alla gola ma almeno posso muovermi, camminare normalmente e a parte una leggera disfonia, per 6 mesi me la sono cavata aiutando per quanto possibile queste due persone. Attualmente sono ai domiciliari perché per me la legge ha funzionato anche se prima dell’udienza, pur avendo le carte in regola, tutti mi ripetevano: “dipende dal magistrato” con quello sguardo di chi attende l’esito del lancio della monetina….

Mi sorprende invece che lei si sorprenda del silenzio da parte di chi dovrebbe sobbalzare sulla propria poltrona ma lei è troppo preparato per non farlo apposta e tentare in qualche modo di scalfire l’indifferenza che regna intorno al mondo carcere. Sapevo già che questo paese non brilla per l’attenzione alle vicende umane ma le assicuro che ciò che ho visto supera largamente ogni mia aspettativa. Molto raramente in Tv qualcuno parlava di carcere e in quel momento ero certo che parlasse da un altro pianeta. Ho seguito con apprensione l’iter della legge carceraria che oggi sembra definitivamente concluso e pensi un po’ oggi non credevo alle mie orecchie quando l’ho appreso. E’ un obbiettivo minimo rispetto a quanto auspicato ma è un piccolo passo che temevo finisse sepolto nella campagna elettorale Da casa posso seguirla e le sono molto grato per ciò che scrive e per come scrive; ho sempre apprezzato la sua onestà intellettuale merce rara di questi tempi.

In 6 mesi non ho visto nessuno interessato alla vita carceraria né tantomeno oggi da casa nutro grandi speranze anche se vale la pena battersi per una giustizia umana. Sappia che altri la seguono con attenzione e che personalmente faccio di tutto perché chi non sia stato coinvolto dalle vicende carcerarie legga il Dubbio e apra la mente. La ringrazio di cuore Cordiali Saluti

GIOVANNI CALZA