Di questo passo il Movimento 5 Stelle si ritroverà senza candidati. Dopo aver dichiarato fuori dal partito i “furbetti” del rimborso, ieri i vertici pentastellati hanno espulso altri candidato: Piero Landi e Bruno Azzerboni, entrambi in lizza all’uninominale rispettivamente nei collegi di Lucca e Reggio Calabria- Palmi. Il motivo? Anche loro, come il campano Cateno Vitiello, sono massoni “in sonno”. A scovare “l’intruso” Landi, che fino al 5 febbraio sarebbe stato iscritto alla loggia Francesco Burlamacchi, è stato il Foglio in edicola oggi. È l’ennesima tegola in piena campagna elettorale per il partito della trasparenza. «Bruno Azzerboni e Piero Landi al momento della sottoscrizione della candidatura non hanno detto la verità e non ci hanno informato di far parte di una loggia massonica», fanno sapere i 5 Stelle con un comunicato. «Purtroppo non c’è nessun obbligo di legge a rendere pubblico l’iscrizione a una loggia massonica. Per questa ragione non possono stare nel Movimento 5 Stelle e sempre per questo motivo gli sarà richiesto di rinunciare al seggio». È la linea dura imposta da Luigi Di Maio per non mostrare il fianco agli altri partiti sul tema degli “impresentabili” nel rush finale della campagna elettorale. E si allunga la lista dei candidati a cui i 5 Stelle chiedono di sottoscrivere il “modulo Dessì”, il documento in cui l’aspiran- te parlamentare promette dimissioni in caso di elezione. Carta straccia da un punto di vista legale e poco credibile dal punto di vista politico. Non solo perché la procedura parlamentare per rinunciare al seggio è particolarmente macchinosa, ma anche perché è difficile immaginare che un candidato, una volta eletto, rifiuti il proprio scranno. Ma fuori dall’ombrello del M5S i futuri deputati e senatori rimasti “orfani” diventeranno oggetto del desiderio di ogni gruppo. Il centrodestra, dato in testa ai sondaggi ma non ancora in grado di formare una maggioranza autonoma, potrebbe approfittarne. Di Maio e Casaleggio provano a salvare il salvabile ma non sanno dove guardare per prima nel giorno in cui le Iene trasmettono la seconda puntata dell’inchiesta su Rimborsopoli. «Di Maio ha comunicato che sarebbero otto i parlamentari morosi, con un buco di quasi 800mila euro. Ma secondo la nostra fonte sarebbero quasi il doppio», dice il giornalista Filippo Roma. «E alcuni di questi parlamentari morosi, ancora senza nome perché prima vorremmo incontrarli per chiedere conto, avrebbero escogitato un altro giochino originale per trattenere più soldi nelle loro tasche. Non si tratterebbe, quindi del solito metodo di annullamento del bonifico appena inviato, che permetteva così di inviare la ricevuta al sito tirendiconto. it e quindi di risultare formalmente in regola, che in tanti hanno praticato». Se le liste elettorali perdono pezzi ogni giorno, tra gli eletti non va meglio. Soprattutto a Bruxelles, dove i grillini hanno subito un’altra defezione: Giulia Moi ieri ha lasciato il gruppo M5S al Parlamento europeo. È il secondo abbandono nel giro di due giorni, dopo l’addio David Borrelli, fedelissimo di Casaleggio junior e suo socio nell’associazione Rousseau. I pentastellati provano a sminuire la portata dell’accaduto: ce l’aspettavamo, l’eurodeputata era già da tempo in rottura col gruppo. Resta però da colmare il vuoto lasciato da Borrelli nell’associazione Rousseau. E Davide Casaleggio corre subito ai ripari: «Entrano come nuovi soci Pietro Dettori ed Enrica Sabatini che affiancheranno me e Massimo Bugani nel perseguimento degli scopi dell’Associazione», annuncia sul Blog il figlio del fondatore.

Nel bel mezzo della tempesta si rivede anche Beppe Grillo che concede un’intervista criptica alla Rai: «Noi siamo dei rabdomanti», dice. «Lo capisco che la gente ogni tanto non capisce quello che stiamo facendo, perché neanche noi tanto capiamo; siamo dei rabdomanti con un iphone e a volte scopriamo acqua, a volte scopriamo fogna, andiamo verso il dubbio». Ma non tutto è perduto. «Le persone devono capire che noi sbagliamo, anche per le persone che non tentano e non sbagliano. Devono guardarci con questa ottica» .