«Siamo il partito delle donne, le protagoniste del nostro tempo. L’unico che con Giorgia Meloni lancia una candidatura femminile a Palazzo Chigi. Mentre a sinistra, all’assemblea con Grasso, ho visto la foto ingiallita di quattro maschi, fuori dal tempo». Parla Daniela Santanchè, fresca del suo ritorno da Forza Italia alla casa madre di Fratelli d’Italia.

Onorevole Santanchè, lei ha detto di essere rimasta in buoni rapporti con Silvio Berlusconi, però una curiosità resta: perché “il grande comunicatore” si è privato proprio di una grande comunicatrice come lei?

Be’, questo dovrebbe chiederlo a Berlusconi e non a me ( sorride ndr). Io credo di averlo motivato in quello che sento dentro di me. Sono tornata semplicemente dove sono nata, in quella che è stata sempre la mia casa, distrutta da Gianfranco Fini che così ha distrutto il sogno di tante donne e tanti uomini che sono sempre stati di destra. E che invece devono ringraziare Giorgia Meloni e tutti gli altri di Fratelli d’Italia i quali con tenacia e passione hanno ricostruito la casa dove oggi posso ritornare.

Con il leader di Forza Italia è tutto finito?

No, c’è un rapporto personale, umano. Io riconosco al presidente Berlusconi qualità straordinarie e quindi combatterò sempre per l’alleanza tra Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, perché solo uniti possiamo vincere. Ma è ovvio che ci deve essere pari dignità politica. Nessuno è figlio di un Dio minore, anche perché l’Italia ha sempre dimostrato che il centrodestra vince con una destra protagonista. In Sicilia abbiamo vinto con un candidato dichiaratamente di destra, a Milano abbiamo perso con Parisi che potrebbe definirsi moderato. Quindi, se la destra è protagonista si vince. Altrimenti il centro da solo non ci riesce.

Però in Sicilia Forza Italia ha preso tre volte i voti di Fratelli d’Italia, anche se Nello Musumeci lo ha imposto Meloni.

Ma infatti, ripeto, dobbiamo essere uniti. Io sono una delle più grandi promotrici del fatto che la forza è la squadra. C’è una squadra straordinaria fatta di tre movimenti politici che devono stare insieme, ma devono farlo sui programmi, avendo la stessa visione.

Lei ha detto a “La Stampa” che restando in Fi temeva le larghe intese.

Sono sicura che uniti vinciamo e comunque ho ribadito che non avrei dato mai un voto di fiducia a un governo che non sia quello del centrodestra.

Ma, intanto, Matteo Salvini sembra ogni giorno distinguersi sia da Fi che da Fdi.

Con questa legge elettorale è chiaro che c’è una competizione nel centrodestra. Io faccio l’imprenditore nella vita: la concorrenza è alla base di tutti giorni, ma che rimanga nel rispetto di tutti quanti. Che poi ognuno faccia la sua corsa, metta l’accento su alcune tematiche anziché su altre, lo trovo assolutamente normale, ma il rispetto anche in politica ci deve essere. Soprattutto nei confronti degli alleati.

Farà da pontiere per l’unità del centrodestra?

Io lavoro perché nella coalizione vinca l’unità, ma con pari dignità dei movimenti politici che la compongono.

Dentro Fratelli d’Italia, ormai è come un “Viva le donne”: a Giorgia Meloni si aggiunge un’esponente del suo calibro…

Sono donne di qualità. Noi non abbiamo, grazie a Dio, la Boldrini di turno… Sono orgogliosa che il leader di Fd’I, dei patrioti, sia una donna. Perché, vede, la sinistra si è sempre riempita la bocca a favore delle donne, però non vedo leader di nessun partito di sinistra che sia donna. A me domenica quella foto di Bersani, Grasso, Speranza, D’Alema è parsa una foto ingiallita di quattro maschi, di un tempo che non c’è più. Perché oggi le donne sono protagoniste.

Le donne però sono sempre oggetto di sospetti maschilisti del tipo: ora come faranno Meloni e Santanchè, entrambe di così forte temperamento, a convivere.

Ma guardi io sono tornata a casa proprio per dare una mano a Giorgia Meloni. Tra me e lei non c’è assolutamente competizione. Perché io non faccio quello che fa lei, non voglio fare quello che fa lei, voglio aiutare a esaltare il suo meglio. Deve un po’ finire questa questione della competizione tra noi donne, dobbiamo ragionare come un sol uomo. Noi abbiamo l’obiettivo di Giorgia candidato premier. Dopo una storia repubblicana nella quale a capo dell’esecutivo c’è sempre stato un uomo, trovo che la vera novità sia portare una donna a Palazzo Chigi. Sono convinta che l’uomo siamo noi.

Ci sono uomini in parlamento i cui cambi di partito ormai non si contano più e molti hanno anche cambiato schieramento. Ma su di lei anche certa stampa di centrodestra sembra accanirsi. Lo fanno perché è donna?

Premesso che in politica la coerenza forse è dei cretini, io sono un paracarro, rivendico di essere stata la prima a mandare a quel paese Fini, rivendico la coerenza delle mie battaglie, se poi gli altri cambiano idea, non è un mio problema.

Ma Alemanno e Storace ora con Salvini come li vede?

Io non parlo male di nessuno. Ognuno ragiona con la propria coscienza. La mia casa è questa, sono orgogliosa di esserci, di dare un contributo, senza togliere spazio a nessuno, ma aggiungendo spazi.

Santanchè non ne ha bisogno, ma le hanno già affidato un incarico?

Un incarico non mi interessa. Di incarichi hanno bisogno coloro che contano poco nella vita, io ho così tante altre soddisfazioni che il mio contributo non si basa sugli incarichi. Poi dipenderà dal nostro leader, e, poiché da donna di destra rispetto le gerarchie, sono convinta che Giorgia saprà fare quello che è più utile a far crescere il movimento.

Ci sono state polemiche sul blitz degli skinheads a Como, siete stati accusati di non aver condannato a sufficienza. Detto francamente, onorevole Santanchè quel video dell’invasione nel centro immigrati non era per niente bello…

Guardi, le intimidazioni sono atti che io condanno sempre. La proprietà privata è sacra e quindi non si può entrare senza essere invitati. Ma con la stessa chiarezza dico che non mi sembra questo il problema dell’Italia. Non mi sembra il caso di fare marce, fiaccolate in nome dell’antifascismo, non è questo il punto. Vorrei una bella fiaccolata per i nostri pensionati ai quali la politica cambia i patti ogni due minuti. Vorrei una marcia importante sull’invasione nel nostro paese, sulla sostituzione etnica, contro lo Ius soli. Onestamente questa marcia del Pd a Como la trovo come quando uno va allo stadio per dimenticare i problemi del Paese. Sarebbe bene che organizzassero le loro truppe per i problemi degli italiani.