Per celebrare il 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne indetta dall'Onu nel 1999,  la presidente della Camera, Laura Bondrini ha voluto aprire Montecitorio solo a visitatrici, per l'evento "#InQuantoDonna",  con la presenza di oltre 1400 donne. "Sbaglia chi pensa che la violenza sia una questione che riguarda esclusivamente le donne. No, riguarda tutto il Paese e sfregia la nostra comunità. Quindi, se su questo tema vogliamo fare sul serio, non può esserci solo la risposta delle vittime o delle altre donne, come in gran parte avviene ora: sono quasi sempre le donne a protestare, a ribellarsi, a promuovere mobilitazione", ha detto Boldroni, la quale ha ricordato come "la metà delle donne che vengono uccise sul pianeta sono uccise per femminicidio. Sono uccise, cioè, in quanto donne e per mano di chi dovrebbe amarle. In Italia ne viene uccisa una ogni due giorni e mezzo. Lo dice l'Istat. Ed è un dato spaventoso". Poi ha sottolineato la difficoltà di perseguire questi reati: "La verità è che le donne tendono a non denunciare le molestie, e purtroppo in molti casi nemmeno le violenze e gli stupri, perché temono di non essere credute, temono di perdere il lavoro. Perché sanno che in questo Paese persiste un forte pregiudizio contro di loro, quasi che debbano giustificarsi di aver denunciato. Ma è il momento di non stare più zitte". "L'Italia civile si unisce per dire basta alla vergogna della violenza sulle donne", ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che accompagna al messaggio l'hashtag #giornatacontrolaviolenzasulledonne. LE CRONACHE Solo ripercorrendo le cronache degli ultimi tre giorni, sono state tre le donne uccise: Maddalena Favole, 84 anni, uccisa domenica dal figlio in provincia di Cuneo; Anna Lisa Cacciari trovata morta lunedì nella sua cosa a Bubrio e Marilena Negri, la 67enne, accoltellata ieri al parco Milano. Nel nostro Paese, negli ultimi 10 anni, sono diminuiti gli omicidi volontari ma non quelli in cui le vittime sono donne (150 nel 2007 e 149 nel 2016). Il 73% avvengono tra le mura di casa e nel 56% dei casi l'assassino è il partner o l'ex partner. Quanto ai cosiddetti "reati spia", quelli che dovrebbero far alzare l'attenzione sul rischio di omicidio di donna come stalking, maltrattamenti in famiglia e violenze sessuali: le denunce per stalking sono state 8.480 tra gennaio e settembre 2017, in calo del 15,76%; i maltrattamenti in famiglia sono stati 9.818; le violenze sessuali (di cui oltre il 90% su donne) 3.059, entrambi in leggero calo. La flessione dei dati, però, va letta con attenzione: da un lato può essere positiva, dall'altro può nascondere la paura di denunciare. Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli ha parlato infatti di un "numero oscuro" di chi non denuncia perché pensa ai figli, alle conseguenze, alla vergogna: "Noi forze di polizia interveniamo quando il male è acuto e si manifesta. Ma questo genere di reati, che sono in fondo dei crimini contro l'umanità prima ancora che con la repressione deve essere affrontato con la prevenzione". I DATI Sono 84 gli omicidi di donne nei primi nove mesi del 2017, in calo rispetto ai 109 nello stesso periodo del 2016. Di questi 61 si sono verificati in ambito familiare, e 31 sono stati femminicidi. Secondo il rapporto Eures in 10 mesi sono state 114 le donne uccise.