Alla nomina manca solo l’ufficializzazione. Ma Vittorio Sgarbi, fuori da ogni scaramanzia, è il nuovo assessore ai Beni culturali della Sicilia. Su richiesta di Silvio Berlusconi ha accettato di non concorrere con la sua lista alle Regionali e adesso passa alla incasso reclamando un posto nella futura Giunta Musumeci.

Sgarbi, neanche il tempo di concludere lo scrutinio e già scatta il primo arresto: Cateno De Luca è finito ai domiciliari per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Avevano ragione i grillini? Il centrodestra ha vinto in Sicilia grazie agli impresentabili?

Prima di tutto Cateno De Luca è innocente, non colpevole secondo la Costituzione. Ma occorrerebbe introdurre l’immunità parlamentare in Sicilia perché l’atteggiamento dei magistrati, come sempre, è insolente e inaccettabile. Cateno può aver fatto degli errori ma non tali da richiederne l’arresto, una misura terroristica e intimidatoria. Vedremo tra qualche tempo se quella misura cautelare era necessaria. Io ho sempre in mente ciò che è accaduto con l’incriminazione e l’arresto della moglie di Mastella: è caduto un governo e dopo quasi dieci anni sono stati tutti assolti. Non credo mai ai magistrati quando abusano della carcerazione preventiva. L’unico risultato che queste azioni raggiungono è lo sputtanamento dell’avversario. Non siamo stati ancora in grado di riportare la magistratura dentro l’alveo dei tre poteri, ripristinando l’immunità parlamentare. Spero che lo faremo alla prossima tornata elettorale, quando andremo al governo.

Quindi nessun impresentabile in Sicilia?

Ricordo che anche i grillini hanno avuto una serie di problemi in campagna elettorale, tant’è che Di Maio lanciò frettolosamente la sfida a Renzi per far dimenticare a tutti che Cancelleri aveva appena chiesto a un candidato della sua lista di ritirarsi. È impresentabile anche chi non ha un programma decente. Ed è impresentabile chi parla di energie rinnovabili condannando la più bella isola del mondo alla violenza e allo stupro delle pale eoliche, facendo così gli interessi delle multinazionali produttrici che prendono gli incentivi dall’Europa.

Il primo atto dell’assessore Sgarbi?

Una moratoria senza limiti sulle pale eoliche e faccio abbattere tutte quelle che ci sono.

Lei parla di immunità parlamentare in una fase in cui vince chi attacca con più veemenza la “casta”. Non le sembra azzardato?

Per me è molto semplice. Quando si votò per l’abolizione dell’immunità parlamentare, che rischiava di scomparire del tutto e alla fine rimase il principio di insindacabilità per i reati d’opinione, io fui l’unico a votare contro. Era il 1993.

Il Movimento 5 Stelle si batte giocando su un terreno opposto al loro?

Certamente. Loro devono essere in grado di spiegarmi il caso Mastella, quando me l’avranno spiegato capiremo perché questa stronzata della caccia alle streghe è ridicola. Per tornare alla Sicilia, io conosco Cateno De Luca e lo considero incapace anche di lasciare la macchina in divieto di sosta.

Lei si è ritirato dalla competizione siciliana e ha ottenuto in cambio un assessorato. Il suo movimento, Rinascimento, sarà presente alle politiche?

Certamente, venerdì alla Camera faremo una conferenza stampa di presentazione. Rinascimento in Sicilia è stata essenziale. Con la mia desistenza ho fatto vincere Musumeci, visto che la differenza di cinque punti con Cancelleri è esattamente la percentuale attribuita al mio movimento da tutti i sondaggi. La richiesta di Berlusconi di ritirarmi è stata avveduta.

Già, Berlusconi. Dopo oltre vent’anni continua a giocare da protagonista...

Avrebbe potuto governare più a lungo e non essere nell’attuale condizione di stallo operoso ma è stato fregato dalla questione sessuale, è quella che l’ha sputtanato. È passato da un potenziale del 25 per cento al 15. Quei dieci punti può recuperarli solo attraverso forze nuove come la mia perché a lui non tornano più.

Cosa crede non stia funzionando invece sull’altro fronte? Perché il racconto renziano non riesce più a convincere?

Ho parlato a lungo con Renzi in questi giorni. Lui è un politico sofisticato ma con un pessimo carattere, gli manca un elemento fondamentale per un politico: la capacità di mediazione. Gli errori sono stati molteplici secondo me. Prima di tutto sottovalutare la contiguità delle elezioni siciliane con quelle nazionali: occorreva essere presenti per attraversare il ponte che porta dall’isola al Parlamento. Il secondo errore è stato accettare di farsi fregare da Leoluca Orlando che gli ha servito una polpetta avvelenata con Micari. Questo giochetto gli è costato dieci punti percentuali andati tutti a Cancelleri. Renzi si è fidato di Orlando e a perdere non è stato il sindaco di Palermo ma il segretario del Pd. Terzo errore: non rimarginare l’unità della sinistra che con i voti di Fava avrebbe potuto provare a concorrere per il secondo posto. Però, al centro di una tempesta, forse erano errori inevitabili.

Renzi ha incassato troppe sconfitte per prendere decisioni con serenità?

Non so se ha mentito pure a me, ma i nostri rapporti sono tali che non ci sarebbe motivo di raccontare cose non vere. E quando gli ho detto che secondo me stava attraversando un momento complicato lui mi ha detto: “Guarda, non sono mai stato sereno come adesso perché finalmente tutti i voti del partito sono i miei”, in una specie di visione padronale. Io gli ho fatto notare che nei collegi uninominali perderà e lui: “No, perdo nei collegi in cui sarebbero stati ininfluenti anche alleati come Pisapia. Ma in Toscana, Umbria e Marche vinco anche senza di loro”. Gli eletti saranno tutti renziani di strettissima osservanza e di questo mi è sembrato particolarmente compiaciuto.