Il messaggio è chiaro. Se gli avvocati hanno interesse che vengano fissate le udienze al Tribunale di sorveglianza di Milano, prima devono mettere mano al portafoglio per pagare le spese del personale di cancelleria. Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, a causa della carenza di personale ha infatti cancellato dal prossimo 6 novembre alla fine dell’anno ben otto udienze. Il provvedimento tabellare è stato già approvato dal Consiglio giudiziario.

Per gli avvocati la situazione è «al limite della legalità» perché si ripercuote direttamente «sulla libertà» di chi è in carcere e si vede ritardare sempre più l’esame delle sue richieste di misure alternative alla detenzione perché i giudici e il personale amministrativo non riescono a far fronte al carico di lavoro.

Per fronteggiare il momento di difficoltà, Di Rosa ha quindi chiesto agli avvocati ( Ordine e Camera penale, ndr) di sostenere con le proprie risorse finanziare gli oneri per le assicurazioni e i rimborsi spese dei volontari che «potrebbero prestare la loro opera a supporto della cancelleria» del Tribunale di sorveglianza.

Ma anche volendo sobbarcarsi le spese del personale amministrativo, per il presidente della Camera penale di Milano Monica Barbara Gambirasio, che ha pure scritto al ministro della Giustizia Andrea Orlando per lamentarsi di questa situazione, il problema non si risolverebbe comunque in considerazione del fatto che «a causa dei ritardi nell’esame delle domande dei detenuti, si sta andando nuovamente ad un livello di sovraffollamento delle carceri analogo a quello precedente ai prov- vedimenti deflattivi che negli anni scorsi hanno abbassato notevolmente la pressione all’interno degli istituti di pena».

Le carceri italiane sono infatti di nuovo sovraffollate. Il numero dei detenuti sta aumentando in maniera preoccupante, avvicinandosi ai picchi raggiunti negli anni scorsi prima dei provvedimenti “svuota carceri”. Più detenuti vuol dire maggiore carico di lavoro per i magistrati di sorveglianza che vigilano sull’esecuzione delle pene occupandosi di permessi o delle misure alternative, come l’affidamento in prova ai servizi sociali. Al 31 agosto scorso, nelle 13 carceri del distretto della Corte d’Appello di Milan erano recluse 6.723 persone, 1.553 in più della capienza, con un indice di affollamento medio del 113 % che raggiunge picchi del 184,4% a Lodi, del 172,9% a Busto Arsizio e del 142,4% ad Opera dove, a fronte di una capienza di 918 posti, ci sono ben 1.307 detenuti.

Sul fronte delle toghe, l’ufficio di sorveglianza di Milano è stato oggetto nell’ultimo anno di un forte turnover. Ben cinque magistrati, sui dodici in organico, hanno fatto domanda di trasferimento. Sul punto va però dato atto al Consiglio superiore della magistratura di aver provveduto per tempo a ripianare le scoperture, destinando al Tribunale di sorveglianza di Milano anche dei magistrati di prima nomina. I cinque magistrati, deliberati nelle scorse settimane dal Csm, sono attualmente in attesa che il ministro della Giustizia disponga la loro “presa possesso” che dovrebbe quindi avvenire nei prossimi giorni.

A proposito di questa vicenda, va però detto che non è la prima volta che gli avvocati per far fronte alle carenze di personale amministrativo si “autotassano”. Solo per il funzionamento del processo civile telematico, l’Ordine degli avvocati di Milano ha messo fino ad oggi sul piatto ben otto milioni di euro. Una riflessione generale sul tema delle risorse nel settore giustizia è quanto mai urgente.