Un appello al ministro della Giustizia Andrea Orlando a tutela dell’avvocatura. A lanciarlo è il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin, che ieri ha scritto una nota indirizzata al ministro denunciando l’ennesima aggressione subita da un avvocato. Il caso è quello di Gabriele Dell’Unto, giovane professionista del foro di Pisa insultato, inseguito e minacciato da un gruppo di persone al termine dell’udienza con la quale aveva chiesto il patteggiamento a tre anni e mezzo per la sua assistita, accusata di omicidio stradale plurimo. Una richiesta respinta dal gip e che ha provocato tensioni tra le persone che erano lì per ricordare le giovani vittime dell’incidente. Mascherin ha manifestato ad Orlando la preoccupazione del Cnf «per questo genere di episodi - si legge nel documento - che si stanno ripetendo anche attraverso l’uso del linguaggio dell’odio sui social, a danno degli avvocati che svolgono l’azione di difesa. Quello che preoccupa - ha sottolineato - è che tutto ciò accade nell’indifferenza dei media e delle istituzioni». Mascherin, giovedì sera, ha contattato personalmente Dell’Unto, per manifestare la solidarietà e la vicinanza di tutta l’avvocatura nazionale e per spronarlo ad andare avanti. «Non mi aspettavo tutto questo - ha commentato emozionato al Dubbio Dell’Unto -, spero che questo caso, nella sua sciocchezza rispetto alla condotta materiale stessa, faccia riflettere sul ruolo dell’avvocato e che aiuti a non far ripetere episodi simili. Noi avvocati abbiamo il compito di far capire alla società civile come funziona un processo penale e ridare alla gente fiducia nella giustizia, che non deve mai coincidere con l’aspettativa di una giustizia privata. La giustizia - ha aggiunto - è quella che viene amministrata in un tribunale. C’è gente che invoca la reintroduzione della pena capitale, questo ci deve far capire che abbiamo perso la bussola. I processi non si fanno in piazza né in tv».

Quella ai danni di Dell’Unto è soltanto l’ultima aggressione subita da un legale in ordine di tempo: molti i casi, negli ultimi mesi, di avvocati messi alla gogna per aver assunto le difese di indagati coinvolti in casi eclatanti. Dai difensori del giovane accusato della morte di Noemi Durini a Lecce ai legali degli indagati per lo stupro di Rimini, gli episodi sono ormai all’ordine del giorno, complici anche i social, che hanno concesso ad utenti spesso celati dietro identità fasulle di sfogare odio e livore contro chi esercita il diritto alla difesa.

Oltre alla solidarietà di Mascherin e del presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Pisa, Alberto Marchesi, a Dell’Unto è arrivata anche quella dell’avvocato Antonio Rosa, coordinatore dell’Organismo congressuale forense. «La presenza dell’avvocato nel processo - evidenzia Rosa - è una fondamentale prerogativa costituzionale, volta ad assicurare il rispetto delle regole del processo. L’avvocato è garante della civiltà giuridica, quella civiltà giuridica che permette oggi a chiunque, in un paese democratico, di essere processato davanti a un giudice e con un difensore che vigili sulla applicazione delle norme di diritto. L’attacco subito a Pisa dall’avvocato Gabriele Dell’Unto - ha concluso - è l’emblema di un modo distorto di percepire il ruolo che ogni giorno noi avvocati svolgiamo. Sarebbe auspicabile che tutte le componenti dell’avvocatura lavorassero insieme per lanciare forte e chiaro questo messaggio all’opinione pubblica».