Se aspiri a diventare premier per il Movimento 5 Stelle poco importa che tu sia indagato o sotto processo.

Basta informare il “garante”, lo Staff o qualcuno in alto che sappia giudicare il tuo caso e il tuo curriculum politico/ giudiziario verrà considerato immacolato. Ma guai a finire sotto la lente d’ingrandimento della magistratura se militi in un altro partito. In questi casi, per l’etica pentastellata, ti trasformi automaticamente in un «impresentabile». E così sul Blog di Beppe Grillo, il candidato presidente della regione Sicilia pensa bene di stilare una lista - vecchio pallino grillino - piena di nomi di presunti impresentabili in corsa a sostegno di Nello Musumeci, candidato del centrodestra e maggior competitor di Cancelleri nella scalata a palazzo d’Orleans. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone indagate, qualche rinvio a giudizio, due condannati in primo grado. «Qui da noi gli indagati non si candidano, punto e basta», diceva nel 2014 Luigi Di Maio quando ancora dovevano arrivare Virginia Raggi, Filippo Nogarin e i guai sulle firme false. Per salvarli Beppe Grillo ha inventato regolamenti ad personam.

A compilare le liste non ci vuole molto: basta controllare l’elenco degli amministratori per rendersi conto di quanto sia semplice ricevere un avviso di garanzia. Per tutti.

Di Virginia Raggi si sa quasi tutto. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio della sindaca per falso in merito alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, alla direzione Turismo del Campidoglio. La prima cittadina è finita sotto indagine per aver detto all’Anac di aver deciso da sola di promuovere il fratello del suo ex braccio destro. È stata smentita dalle conversazioni Whatsapp. Nessuno ha imposto a Raggi un passo indietro, anzi. Stesse premure non sono state però utilizzate con Paola Muraro, assessora capitolina indipendente indagata per abuso d’ufficio e violazioni ambientali, a cui il Movimento ha chiesto di uscire di scena.

Persino la sindaca di Torino Chiara Appendino è finita sotto indagine, dopo le denunce dei cittadini, per i fatti di piazza San Carlo, durante la finale di Champions League.

Filippo Nogarin, a Livorno, ha ricevuto un avviso di garanzia per il ruolo avuto nel tracollo finanziario della Aamps, la municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti. È indagato per bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e abuso d’ufficio insieme all’allora assessore Gianni Lemmetti, nel frattempo passato in prestito a Roma per coprire la casella del Bilancio.

Anche la stella più brillante del firmamento grillino, Luigi Di Maio, deve difendersi dall’accusa di aver diffamato Marika Cassimatis, candidata legittima 5S alla poltrona di sindaco di Genova poi esautorata da Grillo col famoso post «fidatevi di me». Sicuramente molti di loro avranno la possibilità di dimostrare la propria innocenza davanti a un giudice. Altri, probabilmente, non vedranno mai neppure un’aula di Tribunale. Qualcuno però lo rammenti a Cancelleri.