«Un testo apprezzabile» ma da sottoporre ad alcune modifiche, soprattutto riguardo alla captazione dei colloqui tra difensore e assistito. È il giudizio che il presidente del Cnf Andrea Mascherin ha dato ieri della bozza di decreto sulle intercettazioni predisposta dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, valutazione espressa al termine del previsto incontro con il guardasigilli a via Arenula. «Il testo è nel complesso apprezzabile quanto alla importante finalità di tutela della privacy e dignità dell’individuo – ha detto Mascherin – probabilmente dovrà essere meglio organizzata la fase dell’udienza di selezione e di acquisizione delle conversazioni, al fine di ottimizzare i tempi della procedura». Sull’ipotesi di inserire le intercettazioni per riassunto, il presidente del Cnf non ha rilevato «particolari criticità» purché «si redigano delle linee guida che garantiscano l’omogeneità delle modalità di riassunto». Ma a Orlando, Mascherin ha chiesto soprattutto una norma assai più stringente sulle intercettazioni dei colloqui dell’avvocato con il proprio assistito: «Ritengo necessario che all’articolo 103 del codice di procedura penale venga inserito il divieto assoluto di ascolto del difensore», ha spiegato il presidente del Cnf, «l’interesse alla riservatezza deve prevalere su ogni altra considerazione di carattere investigativo. Ciò soprattutto considerato che l’ipotesi di utilità e utilizzabilità delle intercettazioni tra difensore e assistito è assolutamente rara e poco probabile».

Nell’audizione Mascherin ha ipotizzato una sola e possibile alternativa tecnica al divieto assoluto di ascolto: «L’ipotesi di prevedere che il pm, nella sua richiesta di disporre le intercettazioni dell’utenza dell’indagato, debba illustrare i motivi specifici e gli argomenti a sostegno della sussistenza di un concreto ‘ fumus’ in diritto e in fatto, che giustifichi anche l’ascolto dell’eventuale colloquio tra avvocato e assistito». E in questi casi «il giudice dovrà poi fornire specifica motivazione nell’autorizzare anche l’ascolto di tali colloqui».

Orlando, insieme con il capo dell’ufficio legislativo del ministero Giuseppe Santalucia, ha ascoltato anche il presidente dell’Anm Eugenio Albamonte. Il quale ha apprezzato «il metodo dell’ascolto e il fatto che il testo sia stato presentato come provvisorio» ma a proposito della questione “riassunto” ha chiesto di evitare «norme che possano creare un aggravio ingiustificato a una macchina processuale già lenta ed eccessivamente oberata».