Il partito dell’odio in Italia non nasce col movimento Cinque Stelle. Potremmo dire che Grillo è l’utilizzatore finale della macchina dell’odio: dà una direzione politica e un approdo a uno stato d’animo pazientemente e sapientemente coltivato per anni dalla grande stampa. Dapprincipio furono Stella e Rizzo a coniare il logo della “casta”, una spettacolare criminalizzazione della classe dirigente italiana a beneficio di un ceto medio già infilato nel vicolo stretto della crisi. Poi al fenomeno si sono associati tutti i talk show e persino la stessa classe politica, tutta protesa a dar ragione all’anticasta ciascuno pen- sando individualmente di potersi parare le terga. Il successo di Grillo è la conseguenza di tutto ciò: Grillo sta all’anticasta come Berlusconi a Tangentopoli, il primo e il secondo hanno inventato un movimento capace di rivolgere a proprio favore uno stato collettivo di impressione della pubblica opinione. Naturalmente il partito dell’odio non è mai sazio. Presto anche il grillismo ne sarà travolto: si è instaurato un costume collettivo che incoraggia un approccio alla politica di tipo rissoso, istericamente vendicativo. Tramontano le ideologie ma anche i programmi che pure avevano preso il posto delle prime: non c’è più spazio per le riforme fiscali promesse da Berlusconi, per il federalismo di Bossi, per il quoziente familiare caro ai cattolici. Si parla solo di soldi, soldi, soldi: la politica è ridotta al costo della politica, non si discute più su quando renda una politica ma solo di quanto costa. La grossolanasemplificazione della rete mescola poi tutti i contenuti partorendo eccentrici nessi causali: i vitalizi hanno causato il debito pubblico, gli enti inutili impediscono la ripresa e via incamminandosi verso il sistema della fake cultura politica. È irrimediabile tutto ció? Nossignori, è rimediabile. Basta avere il coraggio di smarcarsi: i partiti tornino a parlare di politica, lascino Grillo ed emuli a parlare di soldi, si rassegnino ad abbandonare un terzo degli italiani per qualche tempo alle loro baggianate. E parlino ai restanti due terzi, ma per dire cose diverse, non per rincorrere banalità che riescono più suggestive nella versione originale del pur sempre geniale Beppe Grillo.