Mentre Barcellona piange le sue vittime, la polizia bracca gli autori della strage. Sono tutti giovanissimi. Il ricercato numero uno, Moussa Oukabirm, di origine marocchina ha solo 17 anni ed è considerato il conducente del furgone. Secondo i media spagnoli Oukabirm potrebbe essere stato ucciso la notte di giovedì a Cambrils. Le autorità cercano altri tre sospettati: Mohammed Hychamy ( 24 anni), Younes Abouyaaqoub ( 22) e Said Aallaa ( 18). E tra le vittime delle Ramblas ci sono anche due italiani: Bruno Gulotta ( 35 anni, di Legnano) e Luca Russo ( 25 anni, di Bassano del Grappa). Il giorno dopo la strage, i catalani scendono in piazza per sfidare il terrore. Con loro, il re Felipe VI e il premier Mariano Rajoy.

«No tinc por, no tinc por». «Non ho paura, non ho paura». Il giorno dopo la strage, migliaia di catalani si riprendono le Ramblas per commemorare le vittime e lanciare un messaggio ai carnefici: Barcellona violata non si spaventa. A mezzogiorno in punto la folla tace, un minuto di silenzio omaggia i 14 caduti. In Plaza Catalunya, in mezzo ai cittadini, ci sono le massime autorità spagnole: il re Felipe VI, il premier Mariano Rajoy, il presidente catalano Carles Puigdemont, la sindaca Ada Colau.

LE VITTIME

E mentre la città prova a rialzarsi, negli ospedali della regione sono ancora ricoverate decine di persone - di almeno 34 nazionalità - di cui 17 in gravi condizioni. La vittima più giovane è un bimbo spagnolo di tre anni travolto dal furgone in corsa. Ma sulle Ramblas hanno perso la vita anche due cittadini italiani: Bruno Gulotta ( 35 anni, di Legnano) e Luca Russo ( 25 anni, di Bassano del Grappa). Gulotta, responsabile marketing e vendite di Tom’s Hardware, gruppo editoriale che si occupa di tecnologia e informatica, è stato falciato mentre passeggiava insieme alla moglie Martina e ai loro due figli: un bimbo di 6 anni che camminava per mano al padre e una bimba di 7 mesi. «Il van è arrivato all’improvviso. Tutti d’istinto si sono chinati, come a proteggersi», racconta Pino Bruno, titolare della ditta in cui lavorava il nostro connazionale, dopo aver parlato al telefono con la moglie della vittima. Gulotta si sarebbe messo davanti ai figli per proteggerli ed è stato travolto.

Luca Russo, invece, era un giovane ingegnere in vacanza con la fidanzata Marta Scomazzon. La ragazza, finita anche lei in ospedale con alcune fratture, si è salvata per un soffio. «Stavamo camminando assieme poi ci è venuto addosso il pulmino: io sono caduta e mi sono accorta che Luca non c’era più, non l’ho più visto da quel momento, il suo corpo è stato spazzato via», racconta Marta ancora sotto shock. Chi lavorava con Luca, in un’azienda che produce deumidificatori, si dice sconvolto. «Stavamo investendo su di lui, volevamo farlo crescere. È come se fosse morto un fratello», dice Stefano Facchinello, uno dei soci dell’azienda.

CACCIA ALL’UOMO

Se le famiglie delle vittime sono chiuse nel loro dolore, la polizia spagnola è impegnata in una caccia all’uomo senza quartiere per catturare l’autore della strage e i suoi probabili complici ancora in fuga. Sono tutti giovanissimi. Il ricercato numero uno, Moussa Oukabirm, di origine marocchina ha solo 17 anni ed è considerato il conducente del furgone che si è abbattuto sulla folla. Inizialmente considerato morto nel conflitto a fuoco a Cambrils, teatro del secondo attacco terroristico costato la vita a una donna, su Oukabirm pende ancora un mandato di cattura. Insieme a lui, le autorità cercano altri tre sospettati: Mohammed Hychamy ( 24 anni), Younes Abouyaaqoub ( 22) e Said Aallaa ( 18). Quattro persone sono già state tratte in arresto. La cellula terroristica preparava «da tempo» gli attentati, spiega il comandante della polizia catalana Josep Lluis Trapero. Ma è stato un imprevisto a convincere il gruppo dell’opportunità di velocizzare l’attacco: un’esplosione in un’abitazione di Alcanar ( avvenuta mercoledì scorso), dove gli attentatori preparavano esplosivi, ha costretto i terroristi ad agire più rapidamente e in una forma «più rudimentale».

LE REAZIONI

Intanto, da tutto il mondo arrivano messaggi solidarietà alla Spagna. Paolo Gentiloni ha contattato telefonicamente il premier spagnolo Mariano Rajoy per esprimere il cordoglio e la vicinanza del popolo italiano. Per Angela Merkel, i fondamentalisti «non ci potranno mai sconfiggere». Emmanuel Macron parla di una «Francia è pronta a fornire tutto l’aiuto necessario». Donald Trump affida il suo pensiero pratico a Twitter: Il radicalismo islamico deve essere fermato «con qualsiasi mezzo si renda necessario», dice il presidente americano. «I tribunali devono darci il diritto di proteggerci» .