"Ringrazio Trump per avermi sostenunto, ma il suo aiuto avrebbe potuto danneggiarmi". Amanda Knox, la ragazza di Seattle assolta per l'omicidio di Meredith Kercher dopo una lunghissima battaglia giudiziaria, torna a parlare della sua vicenda. Lo fa con una lunga intervista a "Rolling Stones" e punta dritto contro Donald Trump che la difese, certo,  ma la sua non è "sembrata una difesa ma una sorta di bullismo, di arroganza da parte degli americani nei confronti degli italiani. Come se gli americani si sentissero in diritto di dire agli italiani cosa fare". Dunque, ammette Amanda:  "Avrei preferito che Trump avesse agito con maggiore prudenza".

Ma il giudizio di Amanda nei confronti dei magistrati italiani è durissimo: "Ho denunciato il fatto di avermi negato il diritto di avere un avvocato, di avermi colpita durante gli interrogatori", racconta Amanda, che poi rincara la dose: "Mi interrogarono per oltre 53 ore in cinque giorni. Il risultato fu che l'interrogatorio finì nel modo sbagliato che tutti abbiamo visto. Non mi lasciavano uscire senza che affermassi qualcosa che includesse il nome di qualcuno. Questa cosa insana di estorcere false confessioni è molto comune. Non c'è alcun bisogno di colpire le persone o di molestarle verbalmente e psicologicamente. C'è un motivo se tutto ciò è definito illegale. Ero una ragazza di 20 anni senza precedenti con la giustizia e con un livello di italiano pari a quello di un bambino di 10 anni".

Poi le accuse a Guede, l'unico riconosciuto colpevole dai giudici: "Non voglio incontrare mai più quella persona, quello che ha fatto è stato terribile, ma so che chiamandolo cattivo non capirò mai perché lo ha fatto. Ho compreso il pubblico ministero, Giuliano Mignini: per quanto le sue idee fossero folli, almeno ho capito da dove venissero fuori. Ho capito che aveva motivi nobili e che in fondo ha a cuore le persone. Ho capito perché e come de-umanizza le persone e come lo ha fatto con me. Ma non ho ancora capito Guede. Non ce l'ho con lui, ma mi spaventa."