«Il Pd è per l’approvazione dello ius soli ma non vogliamo creare un incidente di governo. Siamo pronti ad andare fino in fondo ma solo con numeri certi» : parola di Matteo Richetti, portavoce ufficiale della segreteria del Pd.

«Il governo non rischia la crisi sullo ius soli anche se al Senato la situazione è sempre complessa. Non c’è alcuna ipotesi di rinvio e il provvedimento sarà votato entro la pausa estiva», anche se sembra dire il contrario anche questa è una dichiarazione che proviene dai piani alti del Pd. E’ di Luigi Zanda, capogruppo al Senato.

Il quadro complessivo, per la verità, non sembra deporre a favore della tesi del capo dei senatori. La decisione di non mettere la fiducia sui vaccini ha allungato i tempi, poi arriverà la storia del comune di Sappada, il decreto Banche e quello sul Mezzogiorno. In realtà il tempo per approvare la legge della discordia ci sarebbe: potrebbe arrivare in aula intorno al 24 luglio. I tempi saranno dilatati a fisarmonica solo se il rischio dell’incidente fatale apparirà troppo corposo.

Al momento il Pd è ancora deciso a provarci, purché non si tratti di un suicidio assicurato. L’apparente retromarcia di Richetti è un atto dovuto dopo che Repubblica aveva aperto ieri accusando Renzi di voler sfruttare la legge sulla cittadinanza per provocare il fattaccio, la crisi immediata, le elezioni in ottobre. Il gioco delle parti tra Richetti e Zanda è diretta conseguenza di quell’accusa. Il portavoce della segreteria, cioè di chi è sospetto di puntare sulla crisi il prima possibile non può che dire che se esiste un rischio simile è meglio fermarsi. Il presidente del gruppo al Senato, cioè di chi è notoriamente contrario a ogni rischio di incidente terminale, deve al contrario insistere sul fatto che la legge deve essere portata in aula per tempo.

Già, ma schermaglie e giochi d’immagine a parte, la situazione reale qual è? Prima di tutto va ripetuto che non esiste alcuna possibilità di evitare la fiducia. Anche supercangurando i 50mila emendamenti ne resterebbero un migliaio: la discussione proseguirebbe per giorni e giorni e il Pd finirebbe arrostito su quello spiedo, senza contare il rischio di approvazione di qualche emendamento esiziale. Il M5S, inoltre, minaccia di lavorare sul numero legale per farlo mancare a ripetizione anche prima del voto. I centristi di Ap hanno detto forte e chiaro che non voteranno la legge e il ministro Costa ha quasi annunciato le sue dimissioni se si procederà in quel senso. Però non votare non equivale a votare contro. Ap potrebbe fare come sull’altra sponda Mdp sui voucher, ' non votando' ma senza volgere il pollice all’ingiù, semplicemente uscendo dall’aula. Ma anche se la decisione ufficiale fosse per la rottura più lacerante, non è affatto escluso che buona parte dei senatori centristi sceglierebbero ugualmente di sottrarsi al voto. Le elezioni in ottobre sarebbero disastrose per loro più che per chiunque altro e che scelgano di immolarsi è poco probabile.

Forza Italia invece voterà senza dubbio contro la legge e lo farà compattamente. Ma neppure Berlusconi vuole che la situazione precipiti proprio adesso che spera di nuovo in quella legge proporzionale inciampata di brutta alla Camera. Potrebbe dare una mano garantendo il numero legale e forse anche con qualche uscita dall’aula.

Tuttavia, con la Svp altoatesina che si è pronunciata per il No alla legge e ha avvertito che anche la fiducia ' non è scontata', la situazione resterebbe anche così ad alto rischio. Sempre che non arrivino soccorsi ' tecnici' da quei senatori ormai in totale libertà che non votano di solito la fiducia. Dal gruppone di quelli che non vogliono sostenere Gentiloni ma ancor meno vogliono affossare la legge sulla cittadinanza potrebbero spuntare, anche se solo per l’occasione, i voti necessari per garantire l’approvazione dello ius soli.

Questa è la partita che quasi certamente si giocherà nell’ultimo scorcio prima della pausa di agosto e che si comincerà a preparare davvero solo dopo lo sparo d’inizio: quando il consiglio dei ministri autorizzerà la richiesta del voto di fiducia.