Quattro ore di concerto per i 220mila fan arrivati a Modena per festeggiare i 40 anni di carriera di Vasco. Non solo loro anche i tanti milioni che lo hanno seguito nella diretta di Rai1 e quella di Radio2, e ancora in 193 cinema e tre palazzetti. Insomma un fiume di gente tutta per Vasco. E lui non si è risparmiato, anzi si è esaltato davanti a quel fiume di persone che cantavano le sue canzoni, ballavano, urlavano, si commuovevano con Sally e con Voglio una vita spericolata. Vasco è questo e tanto altro. Ha raccontato gli amori, i dolori, le gioie, le giornate no, la voglia di rialzarsi, di fare, di sbagliare di almeno quattro generazioni che ieri erano a Modena per dirgli grazie. E lui li ha ringraziati a modo suo, cantando quello che loro volevano sentire: la colonna soonora della loro vita. «E' una grande festa. Oggi Modena è la capitale mondiale del rock. Questo è un concerto contro la paura e io sono qui per portare un po' di gioia. Sono molto eccitato», aveva detto Vasco prima di salire sul palco, e così è stato. Alle 21 in punto, con il saluto al sole che campeggiava sui megaschermi, è iniziata la festa al Modena Park per i 40 anni di carriera di Vasco Rossi. Il rocker, in giacca di pelle, tra i boati dei 220 mila, ha dato il via ai festeggiamenti con Colpa d'Alfredo. E poi via via, secondo una liturgia che il rocker di Zocca conosce molto bene per finire in crescendo con Rewind e i tanti reggiseni che volano e poi  Vita spericolata, con l'omaggio all'amico chitarrista Massimo Riva. Il vero finale è e deve essere sempre Albachiara, da quando Vasco una volta che pensava di non cantarla si rese conto che la gente non aveva alcuna intenzione di andarsene.