Igiudici della sesta sezione penale del Tribunale di Milano hanno sospeso il processo a Totò Riina, imputato per le minacce al direttore del carcere di Opera Giacinto Siciliano, per accertare il suo stato di salute ed eventualmente disporre una perizia. Il collegio, presieduto dal giudice Raffaele Martorelli, ha accolto una richiesta dei legali di Riina, gli avvocati Mirko Perlino e Luca Cianferoni, i quali avevano presentato istanza per ' poter acquisire copia delle cartelle cliniche di Riina che ci è sempre stato negato'. ' Ritenendo che la sua salute sia compromessa - hanno spiegato i difensori - chiediamo la sospensione del processo per poter verificare la sua capacità di stare in giudizio perchè, a nostro avviso e del medico che lo segue, non è in grado di partecipare in modo cosciente alle udienze'. Il pm Bruna Albertini si è opposta facendo osservare che la difesa ' non ha documentato in modo adeguato la richiesta' ma i giudici, dopo una camera di consiglio, hanno accolto l’istanza. Hanno quindi disposto che la casa cicondariale di Parma, in cui è detenuto, ' trasmetta con la massima sollecitudine la cartella clinica accompagnata da una breva relazione sanitaria in ordine alle condizioni di salute e con riferimento alla sua capacità di stare in giudizio'.

La questione, per il legali del boss, sta nello stabilire se la situazione in cui versa Riina sia corretta e rispetti la dignità umana. Proprio su questo la Cassazione era intervenuta, scatenando diverse polemiche. La suprema Corte aveva specificato che il ' diritto a morire dignitosamente' va assicurato ad ogni detenuto, rimandando la decisione al tribunale di sorveglianza di Bologna.

Le condizioni di salute del boss, stando a chi ha avuto modo di parlarci, vengono definite ' molto precarie' ma continua a essere ' lucido'. Steso sul letto, muove le mani e sembra seguire con attenzione l’udienza del processo milanese in cui è imputato per le minacce al direttore del carcere di Opera Giacinto Siciliano, che si è costituto parte civile tramite l’avvocato Antonella Calcaterra. I legali del boss hanno indicato nella liste dei testimoni lo stesso Siciliano, il cappellano e lo psicologo del carcere. Il pm Bruna Albertini ha chiesto di acquisire le intercettazioni effettuate su disposizione della Dia di Palermo durante l’ora d’aria di Riina, che saranno trascritte da un perito, nominato oggi, entro 90 giorni. Dalle conversazioni erano emersi anche presunti propositi di attentati ai danni del pm della trattativa Stato - Mafia, Nino Di Matteo.

Il processo è stato quindi aggiornato all’ 11 luglio quando i giudici scioglieranno la riserva sull’ulteriore richiesta dei difensori di disporre una perizia sulle condizioni di salute del boss mafioso.