“Solo le correnti della magistratura sono in grado di fare chiarezza sul modo in cui sono stati spesi al Palazzo di giustizia di Milano i fondi governativi assegnati in occasione di Expo2015”. Non usa mezzi termini Frank Cimini, lo storico cronista di giudiziaria del Mattino che per primo, già nel 2014, raccontò sul sito giustiziami. it le “anomalie” nelle procedure di spesa dei 16 milioni di euro stanziati per informatizzare il Tribunale del capoluogo lombardo. Affidamenti senza gara ai quali fa da contrappunto la procedura con “gara europea” adottata dall’Ordine forense di Milano per scegliere il servizio di supporto agli uffici. Sulle spese di competenza delle toghe, finite nel mirino dell’Anac, l’altro giorno il gruppo di Magistratura indipendente, la corrente conservatrice dei giudici, ha chiesto formalmente al Csm di fare chiarezza “per salvaguardare il prestigio e la credibilità dell’Ordine giudiziario”.

“L’Anac di Cantone - dice Cimini arriva con anni di ritardo. Molti affidamenti, fin da subito, presentavano aspetti poco chiari”. Ad esempio quelli alla Ediservice del gruppo Edicom, società che si occupa fra l’altro della pubblicità accessoria dei procedimenti esecutivi o fallimentari che i giudici della seconda e della terza sezione civile impongono ai loro delegati. Questa società fornisce anche il personale per le cancellerie. “Oltre ad aver vinto la gara - dice Cimini - con un ribasso da brivido del 72%, è normale che una società che lavora per il Tribunale abbia la sede nel Delaware, un paradiso fiscale, e nessuno ad oggi sia in grado di dire di chi sia la proprietà? ”. I servizi offerti dalla Ediservice hanno fatto storcere la bocca a diversi magistrati. “Inutili e dispendiosi” disse in una riunione il giudice della terza civile Marcello Piscopo.

Su queste vicende, prima dell’intervento dell’Anac che ha trasmesso il dossier alla Procura ed alla Corte dei Conti, un procedimento penale a Milano era stato comunque aperto. Nel 2016 il pm Paolo Filippini, dopo aver scritto che “lo sviluppo dell’indagine deve passare necessariamente dalle condotte dei magistrati milanesi fruitori di questi servizi resi dalla ditta Edicom”, trasmise gli atti ai om bresciani. I quali, dopo 8 mesi, restituirono gli atti ai colleghi di Milano in quanto “il mero sospetto” non era sufficiente per determinare la loro competenza che scatterebbe solamente se si iscrivesse un magistrato nel registro degli indagati. “Ripeto, questa vicenda potrà essere risolta solo con l’intervento delle correnti delle toghe e Mi ha in questo momento la forza per farlo”, aggiunge Cimini. Il riferimento è al fatto che Magistratura indipendente ha avuto solo di recente un exploit a Milano: 51 voti nel 2008, 181 alle elezioni dello scorso maggio per l’Anm. Milano è poi il feudo del togato di Mi Claudio Galoppi, alle ultime elezioni per il Csm il magistrato più votato in Italia. Da quanto emerso fino ad oggi, furono sopratutto le toghe di Unicost e Area ad essere coinvolte nelle procedure di affidamento dei fondi Expo. Da qui, forse, il desiderio di Mi di regolare qualche conto.

Ed a proposito di risorse economiche destinate al funzionamento della giustizia milanese, si segnala dunque la decisione dell’Ordine degli avvocati di Milano di fornire anche per i prossimi 2 anni il personale di supporto agli uffici. Un servizio affidato con gara europea, per maggiore trasparenza e nel rispetto della più recente normativa in tema di concorrenza e appalti. “Continuiamo ad offrire il nostro contributo al funzionamento del sistema giustizia milanese, sia pure nel quadro di un graduale ridimensionamento da tempo annunciato e concordato con i capi degli uffici”, ha dichiarato il presidente dell’Ordine Remo Danovi.