Ci troviamo di fronte a uno scempio: come avvocato non riesco a immaginare nulla di più grave, né peggiore attacco agli equilibri democratici di un paese, che la volgare violazione del diritto alla difesa perpetrata attraverso la pubblicazione di una intercettazione del colloquio tra indagato e difensore.

E’ perfettamente superfluo soffermarsi sulle plurime violazioni di norme di legge poste a tutela del rapporto tra avvocato ed assistito. Quello che è culturalmente inaccettabile è il calpestare in questa maniera i dettami della Costituzione posti a presidio della democrazia.

E’ sconfortante pensare come tante vite umane in questi decenni si siano immolate per difendere le libertà dei nostri cittadini, e il loro sacrificio venga profanato da una idea “commerciale” della giustizia ridotta a merce da svendere sul mercato: senza regole, senza rispetto della legalità, senza rispetto della persone, senza rispetto della moralità.

E questo sarebbe il meno. Quando a ciò si aggiunga che la violazione di un diritto costituzionale fondamentale, avviene non solo per finalità di mercato ma, di fatto, per regolare i conti di una battaglia politica. Per questa ragione il Consiglio nazionale forense nel manifestare piena solidarietà al collega Federico Bagattini  si è convocato in seduta permanerete al fine di intraprendere, insieme a tutte le rappresentanze dell’avvocatura, ogni iniziativa idonea ad affrontare una battaglia di civiltà non più eludibile. E chiede al Presidente della Repubblica un incontro per rappresentare le preoccupazioni della categoria chiamata dai padri costituenti a difendere i diritti dei cittadini.