«Dopo quattro mesi di discussione e dopo l’invito rivolto da Renzi alle minoranze di avanzare una proposta, oggi il Partito democratico è arrivato in Commissione presentando un sistema elettorale che dalla loro bocca non si era mai sentito prima». Per Andrea Cecconi, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera e membro della commissione Affari costituzionali, la proposta annunciata dal Pd è una specie di provocazione per rallentare il percorso della riforma elettorale. «Siamo rimasti molto perplessi, questa mossa ci fa capire tante cose: l’obiettivo era rompere l’armonia che si stava creando in Commissione» .

Sembra però che la proposta dem piaccia anche alla Lega...

Sì, ma la Lega ha sempre mantenuto una linea precisa: pur di tornare subito alle urne sarebbe disposta a votare qualunque cosa.

Invece voi?

Dopo il 4 dicembre abbiamo proposto una cosa sola: per andare ad elezioni serve una legge costituzionale. Per questo chiediamo semplicemente di estendere il Legalicum al Senato e tornare al voto il prima possibile. Il Pd, che ha fatto passare a suon di voti di fiducia l’Italicum, dovrebbe essere indotto a più miti consigli, presentando un testo che riscuota il maggior consenso possibile. Perché il caos istituzionale in cui ci siamo cacciati è dovuto all’arroganza di chi ha pensato bene di concepire a un sistema elettorale solo per la Camera, convinto che il Senato sarebbe stato cancellato dal referendum. Ma il Pd crede ancora di poter fare come vuole, di battere i pugni sul tavolo, di dettare le condizioni.

Fino a pochi giorni fa sembrava che tra Pd e M5S fosse possibile un’intesa. Poi cosa è successo?

Le aperture offerte da Matteo Richetti e Maurizio Martina sono state cancellate nel giro di una mezza giornata da Matteo Renzi. Noi ci abbiamo messo tutta la buona volontà e la pazienza necessarie, visto che per quattro mesi la Commissione è stata bloccata in attesa del congresso del Pd. E loro che fanno? Cinque minuti prima della presentazione del testo base, ci propongono una legge che spariglia le carte in tavola con un atteggiamento arrogante.

Cosa non vi convince della proposta dem?

Tanto per cominciare, è falso che questo sistema possa garantire governabilità.

In più viene proposto un mix di sistema maggioritario e proporzionale con liste totalmente bloccate, una cosa che non aborriamo.

Anche il Legalicum, con i capilista bloccati, di fatto disegna un Parlamento di nominati...

Sì, al 70 per cento. Infatti noi siamo sempre stati contrari ai capilista, ma in una discussione in cui si deve trovare un accordo e una mediazione, si cerca un accordo e una mediazione. Il Pd sta invece mandando tutti a quel paese per perdere tempo.

Sul tema della governabilità, però, pure il Legalicum fa acqua da tutte le parti: per il premio di maggioranza è necessario che un singolo partito ottenga il 40 per cento dei consensi. Un presupposto tutt’al- tro che scontato...

Certo, bisogna però ricordare che il confronto sulla legge elettorale è solo all’inizio. L’obiettivo è avere un testo su cui cominciare almeno a discutere. Poi ognuno potrà presentare i propri emendamenti e provare a farli passare. Di partenza, tutti abbiamo chiesto un sistema proporzionale, senza modificare i collegi, un’operazione che dilaterebbe a dismisura i tempi. Serve un impianto di base su cui si possano immaginare anche correttivi maggioritari per cercare di garantire la governabilità. Si discute e si trovano.

Come, ad esempio, abbassare la soglia per accedere al premio di maggioranza?

C’è una discussione in corso, l’importante è licenziare un testo che sia costituzionale. Si potrebbe pensare di abbassare la soglia al massimo al 37 per cento, proprio come aveva proposto in un primo momento il Pd. Si possono concepire e discutere tante cose, ma ci deve essere la volontà di farlo.

Sperate in un asse con Forza Italia?

Abbiamo sempre cercato di presentare proposte all’interno delle sedi istituzionali preposte. Non abbiamo avuto contatti con Forza Italia nei giorni scorsi per convincerli a convergere sulla nostra proposta, è stata una loro libera scelta. Così come non abbiamo avuto incontri privati col Pd. Tutti i nostri contatti sono resocontati in Commissione. Ci siamo mossi in modo trasparente, se ci sono accordi sottobanco avvengono tra il Pd e Forza Italia. Entrambi, nel giro di un giorno, sono stati capaci di ribaltare completamente le rispettive posizioni.

Crede che Renzi e Berlusconi vogliano andare al voto senza toccare la legge?

Credo non sia possibile. Ma trovo irresponsabile che si tiri la corda così tanto per impedire anche di modificare il minimo indispensabile per avere due leggi organiche. In realtà, Renzi sta bluffando, perché l’Italicum corretto gli va benissimo. E credo che alla fine verrà esteso anche al Senato.

Dunque passerà la vostra linea?

Non è solo la nostra linea, tutti hanno capito che è l’unica possibile e plausibile: correggiamo quello che c’è, non c’è tempo per pensare ad altri sistemi, sarebbe solo un modo per allontanare ulteriormente le posizioni.

Per votare a ottobre o in primavera?

Io mi auguro a ottobre ma non credo sarà possibile.

Sempre indisponibili ad alleanze di governo?

Noi pensiamo di riuscire a raggiungere da soli il 40 per cento.

Certo, questo è l’auspicio, ma è difficile che accada. E se foste “semplicemente” il partito di maggioranza relativa?

Noi proveremmo a presentarci col nostro programma alle altre forze politiche per formare un governo. È ovvio che se poi vuole stare con noi...