L’incubo di Saverio De Sario è durato diciassette anni, durante i quali si è sempre proclamato innocente per quell’accusa infamante di aver abusato dei suoi due figli. De Sario era stato condannato in via definitiva a 11 anni di carcere per abusi sessuali sui figli che però, a distanza di anni, hanno ritrattato la loro versione spiegando di essere stati costretti dalla madre, dalla quale De Sario si era separato, a mentire. Ieri la decisione della Corte di appello di Perugia, al termine del processo di revisione, lo ha assolto e i ragazzi, che oggi hanno 24 e 27 anni hanno potuto riabbracciare il padre.

L’incubo per Saverio De Sario è finito ieri pomeriggio davanti al carcere di Terni. La Corte di appello di Perugia lo ha assolto al termine del processo di revisione dopo che era stato condannato in via definitiva a 11 anni di reclusione per abusi sessuali sui figli. C’erano proprio i figli, che hanno 27 e 24 anni, ad aspettare il padre fuori dal carcere, insieme alla zia Rita e a un cugino, oltre ad altri parenti e all’avvocato Massimiliano Battagliola.

A De Sario gli abusi sui figli erano stati contestati tra la Sardegna, sua terra d’origine, e Brescia, dove la famiglia ha vissuto per anni prima della separa- zione tra marito e moglie. Alla revisione del processo a Perugia l’avvocato di De Sario, Massimiliano Battagliola, era arrivato dopo una prima richiesta rigettata dalla Corte d’appello. Nel primo processo i figli di De Sario, che all’epoca dei fatti avevano 7 e 10 anni, dichiararono di essere stati abusati dal padre. Ma due anni fa avevano ritrattato, sostenendo di aver fornito quella versione per assecondare la madre. La prima versione, resa 15 anni prima durante il processo in tribunale a Oristano, portò il padre alla condanna a 10 anni di carcere, diventata definitiva nel 2015. Agli atti del nuovo processo, oltre alla ritrattazione, anche un memoriale che Gabriele De Sario, il figlio maggiore, ha scritto durante la sua permanenza in una comunità a Brescia, nel quale il ragazzo racconta quella che a suo dire è la verità. Quel testo però non venne mai preso in considerazione dagli educatori della struttura. ' Non ci speravamo più, dopo 17 anni siamo riusciti a far emergere la verità' ha commentato il figlio Gabriele dopo la lettura della sentenza che ha assolto il padre.