«Con il livore, l’odio e lo sfascismo non si governa». Parola di Vladimir Luxuria, che al nuovo scivolone di Beppe Grillo dà una lettura anche politica, oltre che sociale. Dopo aver preso di mira i trans nel 2006, il comico ci è ricascato qualche giorno fa, nel corso di una puntata del suo nuovo show ' Grillo vs Grillo', in onda su Netflix. «Sono donne col belino o uomini che parlano tanto», ha detto il comico, che non ha mollato la presa di fronte ad un pubblico tutt’altro che indignato: «A fare una battuta su uno di loro prendi dieci querele, si incazzano».

La rete, infatti, non lo ha perdonato. A partire dalla comunità Lgbtqi, che ha parlato di «volgarità transfobiche». L’ex deputato Luxuria, però, contrariamente a quanto pensa Grillo non ha intenzione di querelarlo. «Non ne ho bisogno: mi hanno insultata tante volte e non l’ho mai fatto», dice. E spiega che cavalcare i pregiudizi di un Paese che rischia di scoprirsi ' transfobico' è un altro modo per raccogliere pubblico, che nel caso di Grillo si- gnifica voti. Una politica «da basso ventre» più che di pancia, dice Luxuria. La prima volta era stata proprio lei l’obiettivo polemico del comico: «Adesso Rifondazione candida pure un travestito», disse mentre lei si trovava tra il pubblico - da fan di Grillo e pagante - ad un suo spettacolo, nel 2006. Anche allora furono risate e per lei amarezza e indignazione.

La sua nuova uscita, dunque, di certo non sorprende chi un tempo apprezzava le sue battute. «Sono stupita ma fino a un certo un punto dice l’ex deputata -. L’avevo già sentito parlare di questo tema quando seppe della mia candidatura. La parola travestito a noi non piace. Esistono le parole, usiamole bene. Nessuno direbbe mongoloide al posto di handicappato in uno spettacolo». Il problema, dunque, non è la satira ma il retrogusto insidioso di certe parole che veicolano il pregiudizio nascondendolo agli sguardi. «Travestito indica finzione, inganno - spiega Luxuria -. E non è così: noi riveliamo la nostra identità, non si tratta né di un capriccio né di un rivestimento». Quella di Grillo, dice, è perciò una comicità fatta di battute «becere e superate da vecchio guitto, da cabarettista in pensione. Parole che non offendono solo noi ma anche i nostri familiari e i colleghi».

Perché nella parte finale del segmento dedicato ai transessuali Grillo ha tirato fuori un pericoloso parallelismo con le prostitute, creando, sostiene Luxuria, un «cortocircuito» che porta a identificare il transessuale col mondo della prostituzione. «Ciò - aggiunge - dimenticando che molti lavorano e sono inseriti socialmente. Considerando che è anche il leader di un movimento così seguito, tutto ciò è pericoloso». Una volgarità strapparisate, sostiene, che non giustifica il pubblico e i suoi applausi. Per l’ex politico anche gli spettatori sono «colpevoli» : quell’applauso, spiega, puzza di approvazione. «I fan, i seguaci abbagliati, i fondamentalisti che non mettono mai in dubbio e non criticano i comportamenti di Grillo dicono che si tratta di satira legittima commenta -. Invece questa è rabbia, è livore. E con questo non si può pensare di governare».

L’uscita di Grillo ha fornito a Luxuria anche lo spunto per ricordare che in Italia non esiste una legge contro l’istigazione all’odio, contro la violenza verbale e contro la transfobia, «ma sono contenta dell’indignazione che c’è stata contro queste battute. Ci mancava solo un ruttino per condire il tutto», ha concluso. Temendo che anche i pentastellati che nulla hanno contro i transessuali possano ' accettare' di esserlo per adeguarsi allo stile: «magari non ce l’hanno con noi ma prendono lo stesso le posizioni del capo. Temo l’inizio di una tendenza anti- trans: da un lato molte cose sono migliorate e ci sono tribunali più sensibili nei nostri confronti, dall’altro c’è questo, l’involgarimento di chi ce l’ha con noi e lo manifesta anche con queste battute, che hanno il solo obiettivo di fare del male».

È POLEMICA DOPO LA “BATTUTA” DEL LEADER DEL M5S: