«Ma quali scuse?», commenta serafico Vittorio Feltri. Ieri, il direttore di Libero ha pubblicato sulla prima pagina del suo quotidiano il titolo più commentato ( e criticato) della stampa italiana. Il suo «La patata bollente» - campeggiante sopra una fotografia della sindaca di Roma Virginia Raggi - ha suscitato le reazioni indignate dell’intero panorama politico, per una volta unito nell’unanime condanna.

Direttore, l’ha stupita la reazione al suo titolo?

Ho notato il pandemonio ridicolo che si è scatenato contro quel titolo. Direi però che, da parte mia, lo stupore è stato relativo: sono abbastanza abituato a questo tipo di reazioni e non mi sconvolgo di certo.

Un classico esempio di perbenismo all’italiana?

Guardi, noi domani ( oggi per chi legge ndr) pubblicheremo di nuovo la prima pagina di Libero del 15 gennaio 2011, in cui facemmo lo stesso titolo su Ruby Rubacuori. In quel caso, curiosamente, non si scatenò alcuna corsa alla condanna per sessismo. Era perché Ruby era marocchina, o forse perché in quel caso si trattava della solita vicenda berlusconiana? Rilevo che, invece, lo stesso titolo utilizzato con la Raggi ha suscitato pubblica e unanime indignazione.

Allora forse una domanda dovrei farla io, a coloro che lanciano strali: perché per Raggi è stato sessismo e per Ruby no? Un doppiopesismo emblematico, direi.

Molto rumore per nulla, quindi?

Non so esattamente quale sia il problema: "patata bollente" è una metafora che si usa nel linguaggio delle persone per bene. Non mi interessa capire, invece, in altri gerghi lessicali che cosa si decida di leggervi dietro.

Ma, al netto della polemica, secondo lei Virginia Raggi dovrebbe dimettersi o comunque trarre qualche conseguenza politica, dopo le notizie degli ultimi giorni?

Ma assolutamente no, le persone con cui va a letto sono fatti suoi personali.

Eppure anche i grillini ormai sembrano tentennare sulla difesa ad oltranza di Raggi.

Da giornalista noto che nel Movimento 5 Stelle si sta animando un certo scontento nei confronti dell’amministrazione romana. Tuttavia non ho né verificato in prima persona, né ho mai frequentato ambienti vicini ai grillini. Poi sa, io vivo a Milano, che è una città tutto sommato ben amministrata e in cui si vive bene. Per me Roma ha un interesse esclusivamente giornalistico e mi limito a rilevare che la Capitale ha avuto una lunga lista di sindaci ridicoli, non vedo come Raggi possa essere o sia peggiore di altri che l’hanno preceduta.

Rileverà, però, che c’è un’imbarbarimento del dibattito pubblico...

Ma sa, l’Italia è abituata a questo tipo di dibattito dopo le prodezze sessuali di Berlusconi raccontate con profusione di particolari. E poi di certo non mi stupiscono le debolezze carnali di Raggi, anche lei è umana.

Ma quindi nulla da eccepire?

Io per primo non sono un santo, ho fatto le mie esperienze nella vita e francamente non mi importano i dettagli della vita intima della sindaca. Non è ovviamente questo il dato che mi interessava rilevare.

E cosa le importa, invece?

Mi sembra di interesse, per esempio, il fatto che goda di questi piaceri della vita a spese delle casse comunali. Ecco, non trovo elegante triplicare lo stipendio dell’impiegato del Comune con cui si va a letto. Non erano eleganti nemmeno le cene di Berlusconi, certo, ma almeno lui le pagava di tasca propria.